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Uffizi senza pace, sindacato: “Chiudere Corridoio vasariano”

FIRENZE - Mentre a Firenze si parla e

Pubblicato:08-04-2016 12:51
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:32

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FIRENZE – Mentre a Firenze si parla e si discute attorno alla nuova veste del Corridoio Vasariano, visto che il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, è intenzionato ad aprirlo al grande pubblico, Learco Nencetti, coordinatore toscano del sindacato Confsal-Unsa beni culturali– come apprende la ‘Dire’- scrive al ministero dei Beni culturali, al prefetto di Firenze ma soprattutto al comando provinciale dei vigili del fuoco di Firenze a cui chiede la “verifica del rispetto delle norme di prevenzione antincendio nei luoghi di lavoro del Vasariano e, se assenti o insufficienti, “disporre a garanzia dell’incolumità pubblica l’immediata chiusura preventiva del Corridoio all’accesso di visitatori”.

galleria-uffiziNella missiva, Nencetti, se da una parte parla di “continui accessi al Corridoio Vasariano, anche se contingentati per gruppi di massimo 25 persone”, dall’altra sottolinea l’aspetto che preoccupa di più il sindacato: “Non esistono in caso di emergenza vie di fuga intermedie nel tragitto di circa 800 metri“. Il coordinatore regionale del sindacato Confsal-Unsa, ricorda che al momento le uniche vie di esodo dal Corridoio sono gli stessi punti di accesso: “uno dopo le scale a ridosso della porta nel corridoio della Galleria al secondo piano, l’altro che porta al Giardino di Boboli, in corrispondenza della Grotta del Buontalenti”. Il sindacato, tuttavia, non si ferma qui è mette nel mirino anche i volumi degli Uffizi, in costante crescita. Il punto, sottolinea Nencetti, è che il museo attualmente non può sopportare un numero di presenze contemporanee superiore alle 960-1.000 persone“.


Così la richiesta che la Confsal-Unsa rivolge ai vigili del fuoco si fa complessiva: Nencetti, infatti, chiede, mettendolo nero su bianco, “chiarimenti sulle disposizioni operative per il rispetto della prevenzione antincendio sui luoghi di lavoro”, in relazione “al contingente massimo di affollamento all’interno di tutto il complesso monumentale degli Uffizi”. E ancora, “se esiste il documento di sicurezza sul contingente massimo” e “perché non sia stato reso pubblico”. Infine la “verifica di atti certi e registrati, se esistono, che attestino il numero di affluenza dei visitatori nel rispetto del contingente massimo di affollamento”.

di Diego Giorgi, giornalista

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