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Serracchiani ricorda i Caduti in Russia: “Concreto legame dei bersaglieri con la regione”

[caption id="attachment_2560" align="alignleft" width="300"] D. Serracchiani[/caption] ROMA - In una delle "campagne

Pubblicato:08-03-2015 13:32
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:09

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D. Serracchiani

D. Serracchiani

ROMA – In una delle “campagne militari più sciagurate mai intraprese nella storia del nostro Paese, in cui mille e mille furono gettati in un assalto senza senso e senza ritorno”, come oggi al tempio di Cargnacco ha ricordato la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani in occasione del 31.mo Pellegrinaggio Cremisi, i bersaglieri italiani in terra di Russia, tra il 1942 ed il 1943, seppero confermare “in un confronto impari virtù belliche e umane tali da rimanere per sempre impresse tra le pagine di storia che ancora si sfogliano con emozione e rispetto”.
L’odierna e tradizionale Giornata dedicata “ai Bersaglieri caduti e dispersi in Russia” (il III e VI Reggimento, inquadrati nella divisione Celere, furono praticamente annientati nel dicembre 1942 dall’offensiva dell’Armata rossa sul Don), annualmente promossa dalle associazioni bersaglieri regionale e provinciale guidate da Giuseppe Iacca e Adriano Bidin, ha permesso di ribadire – negli interventi dei presidenti Serracchiani e Iacca, del prefetto Delfina Provvidenza Raimondo, del comandante militare Regione FVG Alessandro Guarisco e del sindaco di Pozzuolo del Friuli Nicola Turello – quei valori, quel ricordo di giovani morti per la Patria e la necessità di “custodire e trasmettere la memoria” alle generazioni più giovani, affinchè quel sacrificio non venga mai dimenticato e quei fatti continuino ad essere un alto momento di riflessione.

“Non più tornare su quei passi”, ha indicato la presidente della Regione, ammonendo sull’esigenza che “rimangano indelebili nella memoria i tanti episodi e i nomi di tanti valorosi: in pochissimi tornarono vivi, per molti fu necessario attendere decenni prima che le loro spoglie trovassero sepoltura e riposo”, ha osservato ancora Serracchiani, richiamando l’immane sacrificio dell’Armir nel secondo conflitto mondiale e i 100 mila soldati italiani morti o dispersi in terra russa.

Cogliendo quindi l’occasione del centenario della Grande Guerra, “quel primo bagno di sangue europeo”, la presidente della Regione ha ancora ricordato il sacrificio dei fanti piumati in tanti scenari di guerra, da Porta Pia a monte Sei Busi, dal Dnieper alle missioni in Libano, in Kossovo e in Afghanistan, “ad accompagnare sempre la storia del nostro Paese”.
“Le loro vite furono sacrificate ma la loro morte non sarà stata vana se noi sapremo raccoglierne e tramandarne l’insegnamento”, ha infine dichiarato Serracchiani, confermando l’invito rivolto al presidente nazionale dell’Associazione bersaglieri, Marcello Cataldi, per un prossimo raduno dei fanti crèmisi in regione.
Il Friuli Venezia Giulia sarà nei prossimi anni uno scenario importante per le manifestazioni promosse dall’Associazione, ha quindi chiarito il presidente regionale Iacca, con il raduno delle sezioni Bersaglieri di tutto il Centro-Nord in regione e soprattutto con un “evento nazionale” a novembre 2018 in occasione del “ritorno” di Trieste all’Italia.
Alla manifestazione di oggi a Cargnacco sono intervenuti, tra gli altri, il vicepresidente del Consiglio regionale Paride Cargnelutti, l’assessore provinciale Carlo Teghil, l’assessore comunale di Udine Federico Pirone, il primo cittadino di Castions di Strada Roberto Gorza.


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