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Iori: “Genitori millenials nella società dell’incertezza”

ROMA - "L'ultima ricerca di Igor su Internet era stata questa. Igor aveva 14 anni ed è stato ritrovato senza

Pubblicato:08-02-2019 16:46
Ultimo aggiornamento:08-02-2019 16:46
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ROMA – “L’ultima ricerca di Igor su Internet era stata questa. Igor aveva 14 anni ed è stato ritrovato senza vita nella sua stanzetta. Soffocato con una corda. Pietro di anni ne aveva venti, ma anche lui è morto così. Andando oltre. Oltre quella raccomandazione, quasi beffarda, che avvertiva del rischio a cui si andava incontro. Ma il blackout, conosciuto anche come choking game (il gioco del soffocamento), funziona così. La vera sfida è abbattere la distanza che esiste tra la sfida e il rischio, tra la vita e la morte. L’esito peggiore non è contemplato perché se lo fosse a quel gioco probabilmente non si parteciperebbe. E invece l’eccitazione sta proprio lì, nell’andare oltre il limite. Vite spezzate. Per sempre. Che impongono di mettere in campo azioni educative nuove, coinvolgendo innanzitutto i genitori, spesso ignari di quello che sta accadendo a pochi metri di distanza, nella cameretta dei propri figli”. E’ quanto scrive in una nota la senatrice del Pd Vanna Iori.

“Non è un fenomeno nuovo- spiega la Iori- nella fase delicata e complessa dell’adolescenza. Dinamiche simili esistono da tempo, come il consumo delle droghe. Ma è solo entrando dentro la pancia di questi fenomeni che si può forse comprendere di più, con l’obiettivo di arrivare se non a soluzioni strutturali e definitive, quantomeno ad azioni e comportamenti in grado di prevenire, gestire e affrontare il disagio. Perché di disagio si parla. E i numeri aiutano a comprenderne la portata. Il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti ha stimato in 82 le vittime del choking game tra il 1995 e il 2007. Il fenomeno è andato avanti e le storie italiane di Igor e Pietro ne sono una prova. Da questa analisi emerge che l’età media è di 13 anni e che il 95,7% degli incidenti mortali sono avvenuti mentre le vittime erano da sole. La solitudine, quel senso di smarrimento che si prova anche, se non soprattutto, nella società iperconnessa che non genera un’autentica socializzazione e condivisione, ma spesso una cristallizzazione di individualità che guardano all’autodistruzione come via d’uscita”. 

“C’è un aspetto- prosegue la senatrice del Pd- che colpisce in modo particolare nel leggere le storie di Igor e Pietro. E’ la testimonianza dei loro padri, che hanno deciso di parlare delle rispettive sconfitte genitoriali intrise di dolore e disperazione davanti agli studenti di un liceo. L’hanno fatto con coraggio, lanciando un messaggio educativo potente perché rilanciare il patto generazionale è necessario e questo patto passa soprattutto attraverso la condivisione di esperienze e linguaggi. Quei due papà, a fianco degli studenti, dentro una scuola, rappresentano un passo in importante in quel percorso che va costruito per ricreare legami, per ridare alla genitorialità una valenza educativa capace di attraversare questi tempi in cui sembra spenta ogni progettualità vitale. Perché essere genitori oggi implica necessariamente imparare a decifrare e decodificare il linguaggio dei giovani: è un compito che non è nuovo, ma sicuramente diverso. Anche perché molti dei genitori millenials (nel senso che si sono affacciati alla genitorialità nel nuovo millennio) quando la generazione dei loro figli-millenials è già differente rispetto alla loro. Essere genitori oggi significa imparare a muoversi nella società dell’incertezza. Aumenta il timore di sbagliare che spesso paralizza le scelte, rende i genitori insicuri, smarriti nei sentimenti di inadeguatezza o di colpa perché assumere la propria fragilità richiede sempre impegno e fatica. In questo quadro assistiamo all’escalation di un nuovo familismo amorale che investe troppo poco sulla condivisione educativa e si fonda molto sulla competizione, sull’interesse al risultato del singolo ragazzo. Molti i genitori pronti a esaudire ogni desiderio dei figli, li rendono in realtà fragili e spesso infelici”. 


“L’importanza che qualcuno indichi ai figli gli errori e li aiuti a prenderne consapevolezza, stimolandoli a superare gli ostacoli, riconoscendo i propri limiti, li allontana anche dal disagio esistenziale che li porta a scegliere la via dell’evasione in un oltre che può arrivare alla tragedia. L’educazione ai sentimenti- conclude sempre la senatrice del Pd Vanna Iori- e lo sviluppo dell’affettività e delle emozioni riveste un enorme valore nell’esistenza di ogni persona. L’educazione sentimentale può rendere i ragazzi consapevoli che quello che sentono è rilevante, riconciliarli con il loro sentire, ma soprattutto aiutarli ad esprimere ed a riservare un ruolo significativo ai sentimenti nella loro esistenza. L’urgenza è allora un’educazione alla genitorialità nel tempo delle nuove sfide educative. A fronte del vuoto che sembra avvolgere molti ragazzi all’apatia, all’inautenticità, alla superficialità, all’indifferenza, è necessaria una forte preparazione educativa degli adulti, affinché la volontà di progettare, proprio nel tempo dell’incertezza, non si risolva in un’educazione incerta”.

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