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Parlare di aggressività e violenza tra giovani, non di bullismo e cyberbullismo

Soluzione antibullo? Castelbianco (psicologo): I lavori sociali

Pubblicato:08-02-2018 15:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:27
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ROMA – “Piuttosto che bullismo e cyberbullismo, meglio parlare di violenza e aggressività tra i ragazzi perché in questo modo si includono molti altri aspetti”. Esordisce così lo psicoterapeuta dell’età evolutiva, Federico Bianchi di Castelbianco, intervistato da Telecolore in occasione di un incontro con gli studenti della consulta provinciale di Salerno sul valore del rispetto.

“I ragazzi ne parlano poco con gli adulti, perché noi adulti arriviamo sempre dopo e senza sapere nulla di quello che i giovani vivono. Parlare ai ragazzi significa conoscere ciò che vivono loro– chiarisce lo psicoterapeuta- noi invece andiamo a portare nel mondo dei ragazzi le regole degli adulti. Le regole devono cambiare perché è diverso il tipo di società, ma per farlo dobbiamo capire quello che succede. Dobbiamo rendere i ragazzi attori nel modificare le cose, dal momento che se le modifichiamo dall’alto sarà sempre in termini sbagliati”.


Lo psicoterapeuta ha una ricetta per sconfiggere il bullismo nel mondo giovanile: “Un modo adulto per intervenire è squalificare i bulli facendogli fare i lavori sociali, dai Pronto soccorsi alla Caritas. Un ragazzo che commette un atto di violenza e poi lo compensa con un atto sociale, sarà squalificato e preso in giro nel mondo giovanile e il suo gesto non verrà più riconosciuto come forza”.

“Inoltre- continua Castelbianco- se quel ragazzo ripeterà l’atto violento una seconda volta, allora anche il padre dovrà svolgere dei lavori sociali. Di sicuro, il ragazzo non commetterà più nulla di negativo a scuola perché il genitore gli starò addosso. Purtroppo, però, siamo noi ad essere contrari se un ragazzo viene punito. Quante volte i genitori insorgono davanti alle punizioni dei figli, dicendo ‘povera vittima’? Questo non è accettabile- ribadisce- gli adulti devono essere più equilibrati affinché anche loro lo siano- conclude- ma se non lo siamo noi come possiamo pretenderlo da loro?”.

Bullo e vittima di bullismo “sono entrambi vittime della società, che a volte esclude oppure si basa sul consumismo”, aggiunge uno studente della consulta provinciale di Salerno.

“Spesso ho sentito che alcuni ragazzi sono stati vittime di bullismo e cyberbullismo solo perché non avevano un telefonino di ultima generazione. Ci deve essere un nuovo senso di responsabilità– conclude- noi giovani dobbiamo escludere il bullo e fare in modo che non ci siano altri casi di bullismo e cyberbullismo”.

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