NEWS:

Anche a Rimini potrebbe arrivare ‘rimborso’ per chi va al lavoro in bici

RIMINI - Se in Francia già si rimborsa chi va al lavoro in bicicletta e Milano va nella

Pubblicato:08-02-2016 18:30
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:55

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

RIMINI – Se in Francia già si rimborsa chi va al lavoro in bicicletta e Milano va nella stessa direzione grazie ai 35 milioni di euro messi a disposizione del governo Renzi tramite l’ecobando, ora anche Rimini ci pensa. “Potremmo partecipare”, conferma il sindaco Andrea Gnassi, ricordando che “per gli spostamenti sotto i tre chilometri in città, la bicicletta è il mezzo di trasporto più veloce, anche più dei mezzi pubblici“. Certo occorre rivoluzionare abitudini radicate, ma i benefici per la salute, per le tasche e per l’ambiente sarebbero immediati. Insomma è necessaria una “spintarella”, appunto quella che darebbe l’ecobando, per avere “nuove risorse da indirizzare su un settore, quello della mobilità attiva, che rappresenta uno dei cardini strategici della nostra idea di città”.

bici2La giunta Gnassi ci crede come dimostra l’estensione della pista ciclabile sul territorio dai 71 chilometri del 2011 agli attuali 93, che a fine anno diventeranno 103, grazie ad altri dodici interventi che andranno ulteriormente a definire la rete ciclopedondale cittadina, che collegherà l’intero territorio, senza più frazioni. E questo è “il primo, indispensabile, stimolo per chi sta pensando di abbandonare le automobili a favore della bici”. Il secondo è l’opportunità del bando, cui Rimini parteciperà con una proposta di incentivo economico” sulla falsariga di quella francese per chi decide di percorrere il percorso casa-lavoro su una bicicletta. “Tenendo conto che il vero beneficio per la comunità è senza dubbio il ‘risparmio’ di agenti inquinanti, a tutto vantaggio della vivibilità complessiva”, conclude Gnassi.

di Cristiano Somaschini, giornalista professionista


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it