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Università, Grasso: “Aboliamo le tasse, chi ha di più paga di più”

"Tutti i cittadini, infatti, finanzierebbero questo fondamentale bene comune secondo le loro possibilità, attraverso la fiscalità generale"

Pubblicato:08-01-2018 18:53
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:19
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ROMA  – “Insieme possiamo cambiare l’Italia, ma abbiamo bisogno di competenze e professionalità. Per questo scuola e ricerca sono il miglior investimento che si possa fare. Siamo partiti da lì, con una proposta concreta, vera, realizzabile e di sinistra sul diritto allo studio: l’abolizione delle tasse universitarie“. Il presidente del senato Pietro Grasso, leader di Liberi e Uguali, ribadisce la proposta che prevede la cancellazione delle tasse per gli studenti universitari.

In un post su facebook, Grasso risponde anche alle critiche di queste ore.

“Come per la sanità e la scuola, quella di abolire le tasse universitarie è una proposta di welfare universalistico, cioè uguale per tutti. Tutti i cittadini, infatti, finanzierebbero questo fondamentale bene comune secondo le loro possibilità, attraverso la fiscalità generale. Quindi: chi è più ricco, in proporzione, paga di più. Avere un’università gratuita e che aiuta i più meritevoli che non possono sostenere il costo degli studi, significa credere davvero sui giovani. Sembra una cosa condivisibile e invece si sono levati gli scudi, a partire dal Pd di Renzi. L’ultimo intervento è quello del Professor Nannicini, studioso che stimo ma col quale sono in evidente disaccordo. Devo però dire una cosa: sono contento che il dibattito politico si sia spostato sul tema del diritto allo studio (un diritto universale) e su quello del diritto al futuro dei nostri giovani. Vi ringrazio: è l’occasione di parlare di cose importanti e concrete, non di proposte strampalate. Andiamo per punti”.


Il presidente del Senato Pietro Grasso ricorda che “Nannicini dice che abolendo le tasse universitarie vogliamo favorire i ricchi. Allora immagino si stia scagliando anche contro il welfare tedesco e quello scandinavo (che sapevo essere Paesi impregnati di cultura socialdemocratica). Sono i Paesi europei ai quali ci ispiriamo quali modelli di garanzia del diritto allo studio e applicazione di diritti universali. Lì l’università è gratuita. Spero che Renzi scriva ai suoi colleghi scandinavi del Gruppo dei Socialisti e Democratici per spiegargli che sono di destra. Se vuole, può dirlo anche a Corbyn e Sanders.  “Ma noi non siamo la Germania!” Ci dicono altri. Su questo, purtroppo, è vero. La Germania investe mezzo punto di PIL in più del nostro nell’università; noi non arriviamo allo 0.5%. Gravissimo errore: investire in competenze è l’unico modo per investire in crescita e futuro. Dobbiamo garantire ai nostri figli e nipoti che, oltre a non pagare le tasse universitarie, siano date loro borse di studio e residenze studentesche, e più docenti di ruolo e ben preparati. Davvero mi volete dire che non siamo capaci di spostare mezzo punto di PIL nel sistema universitario e in una piccola porzione di welfare per i giovani? Ovviamente c’è sempre ‘ben altro da fare’: noi pensiamo che questa sia la priorità”. Grasso aggiunge che “abolire le tasse universitarie significa promuovere la giustizia sociale: abbiamo il 26% di laureati nella fascia dei cittadini tra i 30 e i 34 anni, la media europea è del 40%. Vogliamo adottare politiche che favoriscano in tutti i modi di far crescere il livello di istruzione di questo Paese? Una di queste è abbattere i costi, per tutti. Il PD dice che con lo “Student act” ha già risolto il problema: è falso. Lo risolve per alcune fasce di reddito – bene! – ma come per il Reddito d’Inclusione è sempre troppo poco e troppo tardi: non aiuta a sufficienza il ceto medio in difficoltà. Grazie alla legge citata da Nannicini – la 232/2017 – chi raggiunge i 30 mila euro di Isee avrà uno sgravio importante, rispetto alla tassa massima che potrebbe pagare. Avete paura che qualche fannullone si parcheggi all’università senza pagare le tasse? Noi crediamo che a ogni diritto corrisponda un dovere: per studiare gratuitamente sarà necessario dimostrare di farlo con profitto (con parametri diversi per gli studenti lavoratori)”.

In conclusione il leader di Leu cita “le parole di un accademico, Gianfranco Viesti, un economista italiano molto serio: “Di principio sono favorevole a abolizione tasse universitarie. Per lo stesso motivo per cui è gratuita la scuola: la maggiore istruzione degli individui produce benefici per la società”. Non intendo fare una campagna elettorale confondendo gli elettori ma dandogli spiegazioni e confrontandomi nel merito con loro”.

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