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Per il Giubileo apertura straordinaria del sepolcreto romano di via Ostiense

Per il 2016 previste sei visite gratuite

Pubblicato:08-01-2016 11:16
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:46

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ROMA – In occasione del Giubileo della misericordia, la Sovrintendenza capitolina promuove un ciclo di aperture straordinarie dell’area archeologica del Sepolcreto della via Ostiense, importante testimonianza delle vaste necropoli che sorgevano in età romana lungo la strada che conduceva al porto della città e dove trovò sepoltura l’apostolo Paolo dopo il martirio. La sua tomba, originariamente inserita in un colombario pagano, costituì il fulcro del primo luogo di culto e della successiva basilica paleocristiana.

Questo il calendario delle visite previste per il 2016: 30 gennaio; 27 febbraio; 12 marzo; 16 aprile; 21 maggio; 18 giugno (ore 11.30). Le visite guidate saranno gratuite e verranno effettuate dagli archeologi della Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali.

La Basilica di San Paolo Fuori le Mura, oggi al centro di un’area urbanizzata a circa 2 km dalle Mura di Aureliano, sorgeva nell’antichità in una vasta pianura alluvionale tra la Rupe di San Paolo e l’ansa del Tevere, occupata da una estesa necropoli disposta ai lati della via Ostiense. Il luogo di culto deve la sua origine proprio alla deposizione dell’Apostolo delle genti, avvenuta intorno al 67 d.C. in una di queste sepolture, monumentalizzata dapprima con la costruzione di un piccolo trofeo e successivamente con l’edificazione della basilica per volontà dell’imperatore Costantino.


Scoperta nel Settecento e indagata in più riprese tra la fine dell’Ottocento e gli anni Trenta del Novecento, la necropoli non risulta ancora completamente nota nella sua estensione complessiva. La parte esplorata e visitabile, annessa all’area verde del Parco Schuster, segue l’andamento nord/sud dell’asse della via Ostiense e dimostra una continuità d’uso dal I sec. a.C. fino al IV secolo d.C. L’utilizzo ininterrotto dell’area a scopo sepolcrale per ben cinque secoli costituisce uno degli aspetti più interessanti del sito, che conserva straordinarie testimonianze materiali del passaggio dall’uso del rito funerario dell’incinerazione e quello dell’inumazione, tra la fine dell’età repubblicana e i primi due secoli dell’impero. I più antichi edifici funerari sono in prevalenza “colombari”, ambienti a pianta quadrangolare nelle cui pareti interne erano ricavate piccole nicchie, in file di più piani, per la deposizione delle urne cinerarie, mentre i livelli più recenti della necropoli documentano il suo utilizzo per le inumazioni. In molti casi si conservano tracce delle decorazioni dipinte, con elementi riconducibili ai proprietari delle sepolture ed altri che rimandano alle loro ideologie funerarie e religiose. In essi si può cogliere il riflesso delle graduali, ma significative trasformazioni sociali, economiche e culturali, avvenute a Roma con l’avvento e la diffusione del Cristianesimo.

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