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Migranti, Alioua (Gadem): “Bene il Global Compact, ma applichiamolo”

Il sociologo marocchino: "Attenti all'effetto 'trompe-l'oeil'"

Pubblicato:07-12-2018 15:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:52
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Uno spot delle Nazioni Unite che spiega cos’è il Global Compact for Migrations

ROMA – “Sosteniamo questa presa di coscienza, quest’impegno ad affrontare il tema della migrazione nella sua globalita’, ma dobbiamo anche mettere in guardia dall’effetto ‘trompe-l’oeil’ del Global Compact”. Mehdi Alioua parla con l’agenzia ‘Dire’ da Rabat, dove e’ docente di sociologia all’Universita’ internazionale e co-fondatore di Gadem, Groupe antiraciste pour la defense des etrangers et des migrants. Dal 2006, questa associazione si occupa di tutelare i diritti dei migranti in Marocco, il Paese che in questi giorni e’ al centro della politica migratoria mondiale.

A Marrakech, infatti, e’ gia’ al suo terzo giorno il Forum globale su migrazioni e sviluppo: presieduto da Marocco e Germania, l’evento apre la strada alla conferenza intergovernativa promossa dell’Onu, che domenica e lunedì dovra’ approvare il Global Compact, il Patto globale per migrazioni sicure, ordinate e regolari.
“Come associazione, sosteniamo queste conferenze e tutte le iniziative volte a combattere le ingiustizie e gli squilibri tra nord e sud – spiega Alioua – ma siamo preoccupati dall’effetto ‘trompe-l’oeil’ del patto globale Onu: non e’ vincolante, non prevede disposizioni sui diritti umani, non protegge ne’ adulti ne’ bambini da detenzioni ingiuste, ne’ dalla doppia pena che spesso viene comminata agli stranieri i quali, dopo aver commesso un reato, non solo scontano la condanna nel Paese di migrazione ma vengono anche rimpatriati”.


Alioua parla dalla capitale, ma alcuni dei membri di Gadem sono a Marrakech per far sentire la loro voce nelle discussioni di queste settimane. “I migranti sono capri espiatori della globalizzazione: gli Stati non possono controllare flussi di beni e capitali, allora controllano gli umani, e non degli umani qualsiasi, ma quelli che stanno in fondo alla gerarchia razziale esistente” sottolinea il sociologo. “E’ un paradosso. Il vostro Salvini non puo’ parlare di sovranita’, mentre ha in tasca un telefono coreano o cinese”.

Per quanto riguarda il ruolo dell’Africa e l’idea di una gestione continentale dei flussi, sostenuta, tra gli altri, anche dal re Mohammed VI, Alioua non ha dubbi: “Davanti a un’Europa che non sa dove vuole andare, una strategia comune a tutta l’Africa e’ essenziale, e le zone di libera circolazione che stanno crescendo nel continente ne sono l’esempio concreto. Bisogna essere solidali, creare una migrazione intra-africana di qualita’, sicura e rispettosa dei diritti”.

Sulla situazione specifica del Marocco, invece, la posizione dello studioso contraddice quella di molti media europei, che avevano attribuito l’aumento dei migranti sulla rotta del Mediterraneo occidentale a politiche di chiusura recentemente adottate dall’Italia. “L’azione del governo italiano e’ sovrastimata” dice secondo Alioua. “Certo, ha avuto un impatto, ma l’impatto maggiore l’ha avuto il nuovo governo in Spagna. Soprattutto tra i marocchini si e’ diffusa la voce che, anche entrando illegalmente, prima o poi si sarebbe riusciti a ottenere una regolarizzazione”.

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