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Politico.eu, Laura Boldrini al quinto posto nelle 28 personalità del 2018

Laura Boldrini è nella 'Class of 2018': al primo posto c'è Christian Lindner, leader del Partito liberale democratico (Fdp) tedesco

Pubblicato:07-12-2017 10:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:58

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ROMA – La presidente della Camera Laura Boldrini presente per l’Italia nella lista di Politico Europe delle “28 persone che trasformeranno la vita europea e la politica nell’anno che viene“.

Politico.eu è il settimanale nato dall’editore Usa Politico e il tedesco Axel Springer. La ‘Class of 2018‘ raccoglie, come negli anni precedenti, “la lista di tutti coloro che agendo, innovando e sognando trasformeranno l’Europa nel prossimo anno”. La redazione di Politico.eu ha raccolto 28 personalità da altrettanti Paesi, al primo posto c’è Christian Lindner, leader del Partito liberale democratico (Fdp) tedesco, che “uscendo a novembre dai colloqui per la coalizione ha consolidato il suo ruolo al centro del dibattito che è seguito sul futuro dell’Ue”.

Boldrini è al quinto posto. “A giudicare dal torrente di insulti online che le si è rivolto contro Laura Boldrini è la donna più odiata d’Italia”, scrive il settimanale, “da quando è stata eletta presidente della Camera, nel 2013, è diventata il bersaglio di insulti misogeni, attacchi di natura sessuale e minacce di morte. Il suo crimine: utilizzare il suo incarico per far crescere la visibilità in politica delle donne in un Paese nel quale troppo spesso restano fuori dai confini del potere”.


E ancora: “L’atteggiamento favorevole di Boldrini nei confronti dei migranti, il suo precedente lavoro come portavoce dell’Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite, l’Unhcr, l’hanno messa in prima linea nella crisi- spiega Politico.eu- non l’avrebbero mai resa popolare tra alcune fasce dello spettro politico, ma è stata la sua campagna per cambiare il modo in cui si parla delle donne al potere ad aver causato la maggior parte degli attacchi al vetriolo”.

Ecco la Class of 2018 di Politico.eu 28: Christian Lindner (Germany), Michael Gove (United Kingdom), Muriel Pénicaud (France), Mark Rutte (the Netherlands), Laura Boldrini (Italy), Anuška Delic (Slovenia), Jyrki Katainen (Finland), Galina Timchenko (Russia), António Costa (Portugal), Guy Verhofstadt (Belgium), Armin Wolf (Austria), Etienne Schneider (Luxembourg), Meral Aksener (Turkey), Zbigniew Ziobro (Poland), Simon Harris (Ireland), Ana Botín (Spain), Flavia Kleiner (Switzerland), Olga Sehnalová (Czech Republic), Lajos Simicska (Hungary), Euclid Tsakalotos (Greece), Evgeny Morozov (Belarus), Khalifa Haftar (Libya), Eerik-Niiles Kross (Estonia), Mina Andreeva (Bulgaria), Tino Sanandaji (Sweden), René Redzepi (Denmark), Mirga Gražinyté-Tyla (Lithuania) and Klitos Papastylianou (Cyprus).

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