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Pisapia lancia ‘Campo Progressista’, ma la sinistra frena

La proposta dell'ex sindaco di Milano di riunire la sinistra con "cultura di governo" viene accolta con favore dai sindaci, no da SI e Sinistra Dem

Pubblicato:07-12-2016 14:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:23

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pisapiaROMA – “Campo progressista“. E’ questo il nome che l’ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ipotizza per un nuovo soggetto politico capace di riunire il popolo della sinistra. Una nuova formazione che dovrebbe nascere dalle “forze organizzate a livello locale”, quelle “liste di sinistra che si sono rivelate determinanti per la vittoria del centrosinistra alle elezioni amministrative”. Un’idea, questa, che ha trovato immediato consenso nel sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, e in quello di Bologna, Virginio Merola, già al lavoro per una prima iniziativa comune.

Serve un’alleanza aperta,  che riunisca le forze di sinistra in grado di assumersi una responsabilità di governo. Non per motivi di potere ma per fare le cose di sinistra”, ribadisce Pisapia, che però specifica: per creare un partito a sinistra del Pd ma alleato di Matteo Renzi, bisogna mettere “dei paletti ben precisi: nessuna alleanza con le forze di centro- destra o con quelle persone che non hanno la credibilità o l’affidabilità necessarie, anche se i loro voti oggi sono diventati indispensabili in Parlamento “.

Ma la frattura sul referendum costituzionale tra la sinistra ed il Partito Democratico sembra allontanare questa ipotesi: alle parole di Pisapia, infatti, ha fatto seguito una immediata levata di scudi tra gli esponenti di Sinistra Italiana e Sinistra Dem, la minoranza del partito democratico.


SCOTTO: “RENZI KILLER DEL CENTROSINISTRA”

E’ difficile che ricostruisca il campo del centrosinistra il suo killer, ovvero Matteo Renzi“. Risponde Arturo Scotto, capogruppo alla Camera di Sinistra Italiana.

“Una sinistra fuori dal Pd- aggiunge Scotto- può nascere solo se il progetto del Partito della Nazione viene sconfitto definitivamente. Gli elettori hanno bocciato non solo il progetto di riforma costituzionale ma anche un impianto di riforme sociali sbagliate. E un nuovo campo progressista si rifonda se c’è una discontinuità profonda con le politiche del governo Renzi, che come emerge dal voto referendario, ha allargato la frattura sociale”.

SMERIGLIO: “NON SIAMO LA SINISTRA DEL PARTITO DELLA NAZIONE”

Sulla stessa linea anche Massimiliano Smeriglio, esponente di Sel e vicepresidente della Regione Lazio, che si dice pronto “a dialogare con tutti, soprattutto con una personalità come Giuliano Pisapia, ma non siamo interessati, né disponibili, a fare la sinistra del partito della nazione“.

La sinistra “a cui vogliamo dare voce deve prendere atto delle condizioni materiali di vita di milioni di persone e mettere in campo  politiche concrete di redistribuzione di opportunità e risorse. Solo così la sinistra può tornare a somigliare alla speranza”, conclude.

E. ROSSI: “NO SOCCORSO A RENZI, SERVE UN PD A SINISTRA”

“‘Campo Progressista’ sarebbe un’operazione nobile, che avrebbe un senso in un altro contesto. Se non cambia il Pd e la sua leadership, l’operazione di Pisapia, di costruire un campo progressista a sinistra del partito, rischia di essere meramente ancillare e di servizio; di apparire come un soccorso a Renzi portato fuori tempo e fuori contesto“. Dice il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, candidato alla segreteria del Partito Democratico nel congresso che si dovrebbe tenere nel 2017.

“Ha ragione Pisapia quando dice che dal centrosinistra devono stare fuori Alfano e Verdini. Ma non basta. Il punto è riportare a sinistra l’asse politico e sociale del Partito Democratico ed eleggere, attraverso il congresso, un nuovo segretario coerente con questo cambiamento”, aggiunge Rossi.

di Michele Bollino

 

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