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Lavoro, a fine 2016 sale il numero degli occupati a +1,1%

Il tasso di occupazione delle persone di 15-64 anni sale al 57,6% (+0,8 punti)

Pubblicato:07-12-2016 09:30
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:23

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lavoroROMA – Nel terzo trimestre 2016 prosegue, seppure a ritmi meno sostenuti, la crescita tendenziale del numero di occupati (+1,1%, 239 mila in un anno), con il tasso di occupazione delle persone di 15-64 anni che sale al 57,6% (+0,8 punti). Lo comunica l’Istat.

L’aumento riguarda soltanto i dipendenti a tempo indeterminato, mentre rimangono stabili i dipendenti a termine e tornano a calare gli indipendenti. Prosegue per l’ottavo trimestre consecutivo la risalita del numero di occupati a tempo pieno che in questo trimestre riguarda soprattutto le donne. La crescita del lavoro a tempo parziale è sostenuta da quello di tipo volontario e non più dal part time involontario, la cui incidenza scende al 61,6% dei lavoratori a tempo parziale (-2,3 punti) e all’11,4% del totale occupati (-0,4 punti). Sulla base dei dati di flusso, si osserva un maggiore numero di disoccupati che, a distanza di 12 mesi, transitano verso l’occupazione (dal 22,6% tra il terzo trimestre 2014 e il terzo trimestre 2015 al 24,7% nell’analogo periodo tra il 2015 e il 2016), che riguarda soprattutto i 35-49enni, gli individui con basso livello di istruzione, e il Centro; in misura più contenuta crescono anche le transizioni dall’inattività verso l’occupazione (+0,7 punti percentuali) e la disoccupazione (+0,6 punti).

ISTAT: NEL III TRIMESTRE LIEVE CALO DELL’OCCUPAZIONE (-14 MILA, -0,1%)

Nel terzo trimestre del 2016 “dal lato dell’offerta di lavoro, dopo cinque trimestri consecutivi di crescita, nel terzo trimestre del 2016 l’occupazione complessiva mostra un lieve calo rispetto al trimestre precedente (-14 mila, -0,1%), a sintesi del proseguimento delle tendenze alla crescita dei dipendenti (+66 mila, 0,4%) più che compensato dal calo degli indipendenti (-80 mila, -1,5%)”. Lo segnala l’Istat. Queste dinamiche “non risultano significativamente differenziate per genere e territorio”. A livello congiunturale rimane “stabile anche il tasso di occupazione”. Le tendenze più recenti, misurate dai dati mensili relativi ad ottobre 2016 mostrano, “al netto della stagionalità, un nuovo calo degli occupati concentrato nei dipendenti a tempo indeterminato, a fronte di una modesta crescita dei dipendenti a termine e della stabilità degli indipendenti”. Nel terzo trimestre l’economia italiana ha registrato un aumento congiunturale del Pil dello 0,3%, in linea con quella dell’area dell’euro, ed una crescita tendenziale dell’1%. “I segnali di accelerazione dei livelli di attività economica sono associati a un assorbimento di lavoro da parte del sistema produttivo che continua a espandersi, seppure a un ritmo molto moderato- aggiunge Istat- le ore complessivamente lavorate crescono dello 0,1% sul trimestre precedente e dell’1,6% su base annua”.


ISTAT: IN III TRIMESTRE DISOCCUPAZIONE STABILE A 11,6%

Il tasso di disoccupazione si attesta all’11,6% per il quinto trimestre consecutivo”. Lo segnala Istat, aggiungendo che “anche il tasso di inattività 15-64 anni è stabile rispetto al trimestre precedente attestandosi al 35,1%, dopo la riduzione nei tre precedenti trimestri”. Nel terzo trimestre 2016 il mercato del lavoro appare “caratterizzato da un affievolimento delle spinte alla crescita dell’occupazione e da una stabilizzazione della disoccupazione”. L’input di lavoro utilizzato complessivamente dal sistema economico (espresso dalle ore lavorate di Contabilità Nazionale) registra “aumenti dello 0,1% su base congiunturale e dell’1,6% in termini tendenziali”. L’occupazione, stimata dall’indagine sulle forze di lavoro, è pari, “al netto degli effetti stagionali, a 22 milioni 775 mila persone, in modesto calo rispetto al trimestre precedente (-0,1%, -14 mila) dopo cinque trimestri consecutivi di crescita”. Il tasso di occupazione “rimane al 57,3%, sintesi di una flessione per i 15-34enni (-0,3 punti percentuali), di una sostanziale stabilità per i 35-49enni (+0,1 punti), e di una lieve crescita per i 50-64enni (+0,2 punti)”. L’andamento congiunturale del numero di occupati è il risultato di un “aumento dei dipendenti (+66 mila, 0,4%), sia a tempo indeterminato sia a termine, più che compensato dal calo degli indipendenti (-80 mila, -1,5%)”. Non si osservano significative differenze per genere e territorio.

Nelle imprese dell’industria e dei servizi, prosegue Istat, “le posizioni lavorative dipendenti sono aumentate dello 0,6% su base congiunturale e del 3,2% su base annua”. Nel totale “il monte ore lavorate è cresciuto dell’1,1% rispetto al trimestre precedente e del 4,4% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente e le ore lavorate pro capite sono rispettivamente diminuite dello 0,3% e aumentate dello 0,6%”. Contemporaneamente “le ore di cassa integrazione (Cig) sono scese da 15,3 a 12,5 per mille ore lavorate. Prosegue la crescita delle posizioni in somministrazione che aumentano del 5,6% in termini congiunturali e del 7,4% su base annua”. Il tasso di posti vacanti nelle imprese con almeno 10 dipendenti “cresce di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente mentre rimane invariato su base annua”. L’indice destagionalizzato del costo del lavoro per Unità di lavoro dipendente (Ula) “diminuisce in termini congiunturali dello 0,1%, a fronte di una crescita di 0,1% delle retribuzioni e di una riduzione di 0,6% degli oneri. Su base annua si osserva per il costo del lavoro una diminuzione dello 0,2%, sintesi di una crescita dello 0,4% per le retribuzioni e di una diminuzione del 2,1% per gli oneri”. L’andamento negativo degli oneri sociali continua a riflettere la “consistente riduzione contributiva associata alle nuove assunzioni a tempo indeterminato effettuate nel corso del 2015 a cui si aggiunge la decontribuzione, seppur di entità inferiore, per le nuove assunzioni del 2016”.

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