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Usa, tanti record nelle elezioni di Midterm: avanzano donne, latinos e minoranze

Scrutinio ancora in corso, ma già battuti diversi primati

Pubblicato:07-11-2018 14:31
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:45

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ROMA – Queste elezioni di metà mandato negli Stati Uniti saranno ricordate per il gran numero di primati registrati, e che segnano una vittoria delle “minoranze”: donne, omosessuali, rifugiati e comunità indigene e ispaniche.

Storico infatti il numero delle donne che entreranno al Congresso, oltre cento stando alle prime proiezioni, molte di più anche rispetto al precedente record del 1992. Le porte del parlamento, in aggiunta, si aprono per la prima volta a due donne di origini native americane, Sharice Davids e Deb Haaland, e due donne musulmane, Rashida Tlaib and Ilhan Omar, tutte del Partito democratico. Davids appartiene a una delle due tribù di nativi riconosciute nello Stato del Wisconsin, quella di Ho-Chunk, letteralmente “Gente dalla voce forte”. Davids è anche apertamente lesbica, un altro punto a favore della comunità Lgbt.

Comunità che vede nel dem Jared Polis un altro motivo di orgoglio, dal momento che a scrutinio ancora in corso già si è aggiudicato oltre il 51 per cento dei voti, imponendosi come primo governatore gay del Colorado. Haaland proviene invece dalla Laguna Pueblo, nel Nuovo Messico centro-occidentale: “Abbiamo lavorato duro per arrivare qui” ha detto alla testata internazionale ‘Vox’. “Solo perché sono la prima donna di origine nativa, non significa che abbia già ottenuto qualcosa” ha proseguito, convinta che ora il Congresso debba “riconoscere il fatto che gli Stati Uniti hanno la responsabilità di non deludere le tribù native. Lavorerò per assicurarmi che i leader tribali siedano al tavolo ogni qual volta ci saranno decisioni importanti da assumere”


Rashida Tlaib e Ilhan Omar si affermano invece come le prime donne di religione islamica. Omar registra anche un doppio primato: la prima candidata di origine somala e allo stesso tempo rifugiata a sedere al Parlamento degli Stati Uniti. Giunta nel Paese 20 anni fa, dopo aver trascorso un periodo in un campo profughi negli anni della guerra civile, Omar oggi propone un’agenda progressista che comprende l’innalzamento a 15 dollari del salario minimo e sussidi per l’istruzione superiore per chi ha i redditi più bassi. Ma la vera sfida, come ha annunciato più volte, è contrastare le politiche restrittive di Donald Trump sui migranti.

Dello stesso avviso anche Tlaib, nata da genitori palestinesi immigrati che, negli anni Settanta, andarono a ingrossare le file della popolosa classe lavoratrice di Detroit. Tlaib ha ottenuto l’appoggio del regista Michael Moore, che le ha dedicato spazio anche nel suo ultimo documentario, ‘Fahrenheit 11/9’, indicandola tra i volti nuovi e rivoluzionari dei democratici. Anche Alexandria Ocasio-Cortez è comparsa nel film di Moore. Ventinove anni appena compiuti, al Congresso si impone come la più giovane deputata donna di sempre. Nata nel Bronx di New York da padre americano e madre originaria di Puerto Rico, Ocasio-Cortez è un’altra voce nuova della sinistra. Ha ottenuto il 78 per cento delle preferenze contro il 6 per cento di Joe Crowley, volto storico dei Dem. I “latinos” possono sentirsi più rappresentati anche grazie all’ingresso alla Camera dei rappresentanti di Veronica Escobar e Sylvia Garcia, le prime due donne latinoamericane provenienti dal Texas, nonostante la popolazione di questo Stato sia composta per ben il 40 per cento da questa minoranza. Entrambe sono democratiche:. “Vogliamo inviare un messaggio molto potente a Washington” ha assicurato Escobar durante un comizio: “Le minoranze non resteranno in disparte in questa epoca di razzismo senza precedenti”.

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