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Intervista a Fabio Verbena

Nome: Fabio Cognome: Verbena Luogo e data di nascita: San

Pubblicato:07-11-2016 13:36
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:16

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fabio_verbena_c10_smNome: Fabio

Cognome: Verbena

Luogo e data di nascita: San Marino 30/03/1958


Professione: Tecnico settore privato

Residenza a San Marino: dalla nascita

Domicilio a San Marino: dalla nascita

Partito: C10

1) Cominciamo dalla legislatura ormai volta al termine. Può dirci cosa, secondo la sua opinione, ha funzionato bene e cosa no o comunque meno? Per quali ragioni?

Forse l’unico risultato di rilievo ottenuto nella scorsa legislatura è l’uscita dalla black list anche se a tutt’oggi non ha avuto gli effetti pratici e concreti sperati. Cosa è mancato sono state le riforme strutturali decisive e penso alla P.A, alle pensioni, alle infrastrutture fondamentali come le telecomunicazioni, mentre alcune riforme tentate come quella sul lavoro o quella fiscale non hanno avuto la necessaria profondità e coraggio indispensabili nei tempi difficili. I limiti maggiori della passata maggioranza sono stati la mancanza di coesione tra le varie componenti del governo, uno sbilanciamento verso il partito di maggioranza e gli ineludibili lacci e legami con i meccanismi del rapporto clientelare tra la politica e la base elettorale.

2) Nella prossima legislatura, quali sono i tre punti prioritari che la nuova maggioranza dovrà mettere al centro dell’agenda politica nei primi 100 giorni? Perché?

Per ordine d’urgenza direi che il primo è senz’altro la soluzione o quanto meno il contenimento del bubbone che sta per esplodere nel sistema bancario. La questione dei crediti inesigibili se non governata con capacità, risolutezza e trasparenza rischia di trascinare l’intera economia nel baratro. Piaccia o meno ma il sistema bancario, a molti inviso, è il dispensatore di risorse per le aziende e le famiglie, è il sistema linfatico di ogni economia, un cattivo funzionamento o peggio una debacle condurrebbe ad una contrazione economica catastrofica. Il problema NPL va affrontato con cognizione di causa e decisione, pena un avvizzimento di tutto il tessuto economico e sociale. A ruota segue il lavoro! Al di là della facile retorica il lavoro e quindi un reddito ed una indipendenza economica sono sempre emancipazione e libertà. Per promuovere lo sviluppo e di conseguenza le opportunità di creazione della occupazione, in questo frangente storico non abbiamo altra arma da giocarci che non sia il ritorno degli investitori sani, le imprese che ritrovano la via verso il Titano ma per fare in modo che questo avvenga dobbiamo prevedere una serie di interventi concertati e non a spot o sporadici, interventi che noi di Civico 10 abbiamo bene identificato nei nostri programmi. Dovendo indicarne un terzo direi le telecomunicazioni. Il punto numero due, ossia l’occupazione, è conseguenza anche e soprattutto di interventi infrastrutturali decisivi. Le telecomunicazioni sono la sola garanzia di sopravvivenza di qualsiasi moderna economia e noi da questo punto di vista siamo tremendamente arretrati. Pensare di attrarre imprese moderne senza una rete di telecomunicazioni non solo efficiente ma migliore di quella che potrebbero offrire i nostri potenziali concorrenti è impensabile. Bisogna agire in fretta, le condizioni per intervenire ci sono, la rete in fibra ottica è ormai quasi ultimata si tratta solo di rendere il tutto operativo in tempi ragionevoli.

3) Ci sono delle tematiche politiche che sente maggiormente vicine e per le quali desidera impegnarsi in prima persona? Come mai?

Personalmente ho una formazione culturale con orientamento tecnico scientifico, sono vicino alle tematiche legate al mondo dell’energia, delle tecnologie ed implicitamente anche alle tematiche ambientali. Riconosco di avere una visione poco “mainstream” e per questo forse poco gradevole ma ho la presunzione di saper di cosa parlo.

4) In questa fase si parla sempre più di sviluppo dell’economia del Paese ma il concetto è legato all’idea di sviluppo che ognuno ha. Secondo la sua, quali sono le direzioni da seguire per ottenere i traguardi in tale ambito? A cosa non bisogna rinunciare per farlo?

Questa domanda ci porta a ragionare di massimi sistemi, tira in ballo il principio di primato della politica cosa che negli ultimi trent’anni è andato affievolendosi a favore dell’economia e della finanza e a breve della informazione digitale. Ragionando più in piccolo dobbiamo sempre tener presente le nostre limitate risorse, ambientali, naturali ed umane. Siamo una piccola comunità che opera su un territorio esiguo immerso in un mondo che fino a poco tempo fa era solo grande mentre oggi è incommensurabilmente immenso. Sarà una scommessa ad alto rischio, perchè le nostre peculiarità rischiano di non essere più adeguate alle esigenze del mondo/mercato. Non possiamo permetterci il gigantismo proprio mentre il mondo corre sempre più nella direzione delle economie di scala. Se non fosse che si rischia di incorrere in un banale slogan direi che la scarpa per il nostro piede sono le piccole imprese ad alto valore aggiunto, gli spin off della grande impresa, l’economia della conoscenza. Si tratta di riuscire ad intercettare i flussi giusti ma non sarà facile.

5) Qual è il convincimento che ha maturato in questi anni nel rapporto che sarebbe giusto si instaurasse tra San Marino e Unione Europea?

San Marino è enclave, quindi geograficamente chiusa, di una nazione che è stata tra i membri fondatori della UE. Ha una economia quasi totalmente aggrappata a stati membri della UE nel senso che esportiamo oltre l’ottanta per cento di quanto produciamo e commercializziamo, con paesi UE ed importiamo per almeno altrettanto. Pensare, come si è fatto per moltissimo tempo, di uscire indenni da questa che è una condizione immanente è da stolti. L’Europa è per noi come l’acqua per i pesci, pensare che non sia così è presuntuoso e pericoloso. Credo che la via scelta ossia quella dell’accordo di associazione sia la più praticabile, cercando in fase di trattativa di ottenere delle aree franche che tengano conto delle nostre dimensioni e prerogative.

6) Nella storia di San Marino, anche recente, c’è una figura politica a cui si ispira o almeno in cui si riconosce per ideali e valori?

Ammetto di avere scarsa cultura della politica Sammarinese anche perché mi sono avvicinato alla politica solo recentemente quindi non ho riferimenti col passato e tutti quelli che ho fanno parte della mitologia politica sammarinese

7) Nello scenario politico internazionale, attuale o passato, c’è un personaggio di cui stima l’azione politica? Se si, per quali motivi?

Ho un orientamento politico liberale, mi piace molto il premier Canadese Justin Troudeau, mi piace perché incarna perfettamente la figura del leader moderno, altamente comunicativo, competenza a 360 gradi …. e sa cos’è un processore quantistico!

8) Ci sono delle esperienze nella sua formazione, nel suo lavoro, nella sua vita (anche politica) che considera propedeutiche o comunque importanti per svolgere nel migliore dei modi il mandato per cui si candida?

Nella mia vita ho fatto molti lavori, anche umili, ho lavorato sia come dipendente che come imprenditore, ho viaggiato moltissimo anche per lavoro. Ho lavorato all’estero e mi sono rapportato con gente di ogni estrazione ed origine. Credo che il più grande lascito di queste esperienze sia la flessibilità mentale e la disponibilità al dialogo.

9) Ci sono momenti in cui si sente orgoglioso del suo Paese? Quando l’ultima volta?

Ho una figlia atleta e spesso si trova a gareggiare per il nostro paese nel consesso internazionale, devo dire che non avrei mai pensato di commuovermi all’inno o vedendo il mio cognome associato alla nostra bandiera su uno schermo televisivo ma è successo. “Quando l’ultima volta” di solito lo chiede il prete nel confessionale, ad ogni modo è stato in occasione del Campionato Mondiale Juniores di nuoto sincronizzato a Kazan in Russia il luglio scorso.

10) Quali sono gli aspetti del suo carattere che ritiene maggiormente importanti per fare politica?

Sono una persona riflessiva e poco impulsiva. Credo di aver una buona abilità nel far capire le cose complesse. Non so se queste cose possano essere utili in politica, spesso nella vita mi sono servite.

11) Quando è nata nella sua vita l’aspirazione all’impegno politico con lo spirito di servizio per la nostra Repubblica? É giunta legata a un fatto scatenante particolare o si è costruita gradualmente nel tempo?

Onestamente non avevo mai preso in esame l’attività politica come qualcosa di coinvolgente, ho sempre avuto un interesse marginale per la cosa, se devo pensare ad un fatto scatenante direi di no è stata piuttosto una manovra di avvicinamento. Sono stato contattato dai ragazzi di Civico, se ricordo bene, per via di quello che a volte scrivevo sui social, poi mi sono reso conto che qualcosa dovevo anche a mia figlia che stava diventando adolescente, una forma di sdebitamento verso miei genitori che avevano fatto molto per lasciarmi un mondo decente. Qualcosa del genere mi sento di dover fare per la mia famiglia e per chi mi sta attorno

12) Nella sua vita privata, anche passata, ci sono delle passioni (sport, hobbies, interessi) che ha coltivato e che hanno lasciato il segno dentro di lei? Se si, quali insegnamenti ne ha ricavato?

Ho sempre avuto la passione per costruire le cose, quello che un tempo veniva definito un “fai da te” oggi sono più vicino a quelli che chiamano “maker” nel senso che ho seguito il mio bravo iter tecnologico. Nel “fare le cose” si impara ad entrare nella loro intimità, nella loro essenza, si conserva una indispensabile verve creativa e finché il sacro fuoco arde si rimane curiosi, aperti e disposti ad imparare, insomma si rimane vivi!

13) Con la preferenza unica crediamo che gli elettori valuteranno la competenza, le capacità del candidato, e sue motivazioni e l’entusiasmo. Cosa può dire a proposito riguardo le sue?

A questo preferisco non rispondere, perché il rischio di cadere nella retorica della sloganistica elettorale è troppo elevato. Chi mi conosce sa cosa compra, chi non si conosce si deve fidare, fa parte del gioco.

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