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“Stop alle moto sui sentieri”, sinistra in pressing in Emilia Romagna

'La Regione vuole promuovere l'ambiente e il turismo in montagna, ma se invece di valorizzare i sentieri consente il transito alle moto, è tutto inutile'

Pubblicato:07-10-2017 10:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:46

Sentieri-natura
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BOLOGNA – Il Parlamento è al lavoro per modificare il Codice della strada e chiudere i sentieri di montagna ai mezzi motore. E in Regione Emilia-Romagna c’è chi è pronto a passare all’incasso. Come Igor Taruffi, capogruppo di Sinistra italiana, che in viale Aldo Moro ha depositato nell’ormai lontano settembre 2016 un progetto di legge che va proprio nella stessa direzione: rendere sentieri e mulattiere off limits per quad, fuoristrada e moto da cross.

“A questo punto ne chiederò la calendarizzazione in aula al più presto”, afferma Taruffi, parlando alla Dire. Il recente via libera in commissione Trasporti della Camera sulle modifiche al Codice della strada “è un passo avanti importante- commenta il capogruppo di Sinistra italiana- ci auguriamo che venga approvata velocemente anche in Senato, anche se temo che possa succedere qualcosa di non positivo. Il ministro Delrio non ha aperto bocca sul tema e questo fa ben sperare, ma all’interno del Pd è un argomento controverso”.


Anche in Regione Emilia-Romagna. Nel 2013 l’Assemblea legislativa approvò una legge sulla sentieristica in montagna. Ma quel provvedimento, ricorda Taruffi, “partì in un modo e arrivò in un altro. Tutto il mondo che rappresenta i motori si fece sentire in modo significativo” e così lo stop ai mezzi non passò.

“La Regione vuole promuovere l’ambiente e il turismo in montagna, ma se invece di valorizzare i sentieri consente il transito alle moto, è tutto inutile”, sferza Taruffi. Il progetto di legge di Sinistra italiana è composto di quattro articoli e va proprio a modificare la legge regionale del 2013, per “recuperare lo spirito originario del dettato normativo“.

Il principio “è semplice- spiega Taruffi- sui sentieri di montagna è vietato il passaggio dei mezzi a motore, tranne i casi di necessità“, ad esempio per le emergenze o i soccorsi. Per le eventuali manifestazioni sportive, invece, oltre all’autorizzazione dei Comuni interessati, dovrà essere versata una cauzione per riparare a eventuali danni.

Oggi tutto è lasciato allo stato brado– sottolinea Taruffi- e se qualcuno danneggia i sentieri è difficile risalire alle responsabilità, perchè il passaggio è aperto a tutti”. Tra le altre cose, sottolinea il capogruppo di Sinistra italiana, “l’Emilia-Romagna è fra le Regioni che permette di più ai mezzi a motore. Questo progetto di legge ci riporta nel solco delle altre Regioni e combacia con quanto sta approvando il Parlamento”.

Nei giorni scorsi, anche il presidente dell’Ente parchi dell’Emilia centrale, Giovanni Battista Pasini, si era augurato una rapida approvazione della modifica del Codice della strada a livello nazionale. “E’ una modifica da tempo attesa, sollecitata dagli Enti Parco, da Federparchi dell’Emilia-Romagna, dal Cai, dall’Uncem Emilia-Romagna e dalla stessa Regione che tempo fa si erano fatti promotori di una proposta di modifica al Codice della strada proprio nei termini approvati dalla commissione”, sottolineava un soddisfatto Pasini.

Nelle prossime settimane, le associazioni ambientaliste dovrebbero anche dare vita a un presidio silenzioso davanti alla Regione per intensificare il pressing sull’Assemblea legislativa.

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