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Shakespeare, la moda lo celebra al Fashion for Theatre

Fino al 7 novembre a Viterbo la XX edizione del festival internazionale di teatro 'Quartieri dell'Arte', realizzata in collaborazione con il Gay Village

Pubblicato:07-09-2016 14:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:02

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mostra_shakespeare_4ROMA – Moda, Teatro e Arte. Un intreccio che trascende la storia, attraversando uno spettro ampio, per celebrare Shakespeare a 400 anni dalla sua morte. Dopo la Fashion for Art realizzata lo scorso anno a Fiuggi con Benetton e la media partner di Vanity Fair, approda a Viterbo la XX edizione del festival internazionale di teatro ‘Quartieri dell’Arte’, la Fashion for Theatre realizzata in collaborazione con il Gay Village.

Un progetto che associa il percorso creativo e artistico di brand, stilisti e artisti europei a quello di eccezionali interpreti e autori del teatro internazionale contemporaneo. All’iniziativa, in programma da settembre a novembre, partecipano Gianluca Ferracin e Andrea Masato per Edithmarcel, Ewa Gawkowska & Malgorzata Szczesna per La Me’tamorphose’, Nadya Dzyak, Anton Giulio Grande, Francesco Pimpinicchio per Might, Olga Sholoh, Carlo Alberto Terranova, Robert Vrzala e Alessandro Vulcano, con la straordinaria partecipazione di Giano del Bufalo e dello Chef Stella Michelin Salvatore Tassa.

Il rapporto tra abito alla moda, oggetto d’arte, gadget e spettatore inizia nel Rinascimento, con esempi che vanno dalle scenografie di Raffaello per Ariosto a casa del mostra_shakespeare_3cardinale Cybo alle city-comedies giacobite. “Si può ritornare con la mente ai masque elisabettiani, alla fine dei quali gli spettatori potevano portarsi a casa pezzi di scenografia come souvenir: la stessa cosa avverrà con dei gadget alla fine di alcune delle rappresentazioni di questo eccitante progetto che arricchisce la XX edizione di Quartieri dell’Arte”.


Fashion for Theatre s’ispira alla celebre rappresentazione teatrale di Ben Johnson

Così Gian Maria Cervo, direttore artistico del festival Quartieri dell’Arte. Agli stilisti e ai creative designer coinvolti nell’iniziativa sarà chiesto di contribuire alle produzioni teatrali in programma nel festival internazionale di teatro ‘Quartieri dell’Arte’ con capi e accessori delle loro collezioni, al fine d’interagire con le storie, le scenografie e gli artisti presenti. Un sodalizio multiculturale, quello della Fashion for Theatre, che presenta per la prima volta a livello internazionale in Italia un prodotto casual ma allo mostra_shakespeare_2stesso tempo cultural chic e che accosta outfit ricercati e originali a pezzi rari da collezione e parole d’autore. L’evento si candida come connubio di bellezza e armonia, all’insegna di un ritrovato gusto per l’innovazione. Il nome del progetto s’ispira alla celebre rappresentazione teatrale di Ben Johnson, del quale si vuole ricordare il paradossale approccio con la fantasia, virtuale luogo in cui idee bizzarre si trasformano in bellezza.

Sodalizio tra storia e teatro

“Questa prima edizione – ha dichiarato Leila Tavi, creative director di Fashion for Theatre – s’ispira ai masques di Ben Jonson, la cui struttura poetica era fatta di proporzioni armoniche che tracciavano idealmente mostra_shakespeareuna forma architettonica. Come non ricordare poi le fashion-play, che furono il risultato della controversa relazione con la moda della società tardo-vittoriana ed edoardiana? Un lungo sodalizio quello tra stilisti e teatro anche nella storia più recente, come testimoniano tanti nomi illustri: Chanel, Gaultier, Lacroix, Lucile, Poiret, Saint Laurent, Versace, Armani, fino ad arrivare alle creazioni di Vivienne Westwood per “L’opera da tre soldi” di Brecht, in scena nel 1996 al Burgtheater di Vienna. La forma ideale per un’edizione del Festival – ha poi aggiunto uno dei curatori dell’evento – che pone a confronto gli approcci politecnici di teatro rinascimentale e teatro contemporaneo”.

mostra_shakespeare_5L’evento a cura di Giuseppe Giulio, Leila Tavi e Yuliya Galycheva vede la partecipazione della Rinascimentiamo Gallery e della GB EditoriA e la collaborazione di Lorenzo de Witt, Sarah Mataloni e The London Chef Matthew Drummy ed infine con la partecipazione straordinaria del maestro T Kode

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