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Ricerca, Bergamasco (Tecip): “Tecnologia e arte, binomio possibile”

Dal 7 al 13 settembre 2017 a Pisa si parlerà di robotica a tutto campo

Pubblicato:07-08-2017 11:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:35

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ROMA – Robotica e arte, tutto il fascino di un connubio che sarà spiegato e raccontato in occasione della prima edizione del Festival internazionale della Robotica, in programma dal 7 al 13 settembre a Pisa.  A parlarne sarà Massimo Bergamasco, direttore dell’Istituto TeCip, Tecnologie della Comunicazione, informazione, percezione della Scuola Superiore Sant’Anna, per il quale sono previste due sessioni, il 9 e l’11 settembre.

“L’apporto che mi è stato chiesto è stato quello di organizzare queste due sessioni, il 9 settembre sulla robotica e l’arte e l’11 su robotica come tecnologia per lo spettacolo, considerando gli aspetti di animatronica per macchine del carnevale- ha detto Bergamasco- in particolare per quello di Viareggio, sia aspetti di robotica per il teatro, intesi come soprattutto come nuove tecnologie per fare didattica in ambito teatrale”.


In particolare, “il 9 può essere visto sotto molti punti di vista”, ha spiegato il direttore TeCip, che ha parlato dei molti approcci a proposito di “come applicare la robotica all’arte”. Per esempio “il braccio robotico che esegue un disegno o una scultura in modo autonomo. Con le telecamere, ad esempio, il robot osserva una scena e la riproduce dipingendo. Stessa cosa per una scultura tridimensionale. Il robot riconosce la forma geometrica tradizionale e la realizza”.

Tornando alle sessioni, “il primo giorno tratterà dell’uso di robot in ambito artistico, come strumento per produrre installazioni innovative”. Ci saranno esperti, “ospiti dal Canada e dalla Francia”, per parlare dell’utilizzo “di sistemi robotici come strumenti per realizzare installazioni in cui l’uomo interagisce con i robot sperimenta determinati tipi di esperienza”. Il sistema robot “entra in contatto con il corpo dell’osservatore e realizza il concetto di installazione artistica. Noi, come laboratorio, presenteremo un concetto che abbiamo sviluppato per anni: una persona entra in un museo con un robot ‘scheletro da indossare’ e ha la possibilita di osservare una copia di una scultura digitalizzata, di poterla percepire, toccare e di poterne seguirne i contorni. I robot danno le informazioni di contatto sulla mano”.

Il secondo appuntamento, invece, “riguarda il tema dell’animatronica, come componenti o tecnologie robotiche che possono essere usate, ad esempio durante il carnevale. Portiamo infatti avanti una collaborazione con fondazione Carnevale Viareggio”. Qui c’è questa sorta di contrasto, basata sul fatto che “in un mestiere antico sembra impossibile introdurre tecnologie robotiche”.

Non solo teatro, però. Ci sarà infatti un riferimento alla Fondazione Collodi: “C’è il tema di Pinocchio che è interessante. Si vede come nell’ambito del nuovo sviluppo innovativo del parco di Pinocchio a Collodi si possono usare tecnologie robotiche, installazioni”. Al Festival ci saranno anche corsi di didattica “per studenti di elementari medie e istituti tecnici”.

La seconda parte “è dedicata alle nuove tecnologie in ambito teatrale, non tanto per la parte delle tecnologie e delle proiezioni, quanto invece per gli elementi virtuali utilizzabili nela didattica teatrale”. Prevista anche la presentazione del concetto di ‘teatro del suono’ da parte di una esperta giapponese: Bergamasco ha infatti parlato di tecnologie sonore e digitali, “usate per creare condizioni di scenografia acustica in ambito teatrale”.

In parallelo “ci sarà l’evento del professor Tosi, direttore del museo della grafica Palazzo Lanfranchi sul lungarno, che ha realizzato presentazioni che verranno mostrate con video relativi al mondo della robotica”.

In merito al rapporto tra tecnologia e teatro Bergamasco ha affermato: “A inizio luglio abbiamo usato tecnologie di computer vision e altre tipologie di sensori sul palco. In questo evento, organizzato dall’accademia teatrale di Firenze, sono state invitate le accademie europee più importanti, tra cui la Royal Accademy di Londra, Berlino, Bruxelles. Abbiamo usato quest’anno tecnologie di sensori, telecamere sul palco per andare a leggere il movimento relativo”. Bergamasco ha parlato anche dell’apprezzamento del pubblico durante la performance degli attori. Oltre alla lettura con queste tecnologie abbiamo somministrato dei questionari agli spettatori, che erano insegnanti e studenti stessi. Abbiamo svolto un lavoro di correlazione di dati, di analisi, per mettere in relazione, ad esempio una coppia di attori durante la recitazione, relativamente ai livelli di apprezzamento degli spettatori”.

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