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Symbola, Boccia: “Speriamo che il parlamento corregga il dl dignità”

TREIA (MACERATA) - “Il decreto dignità è un primo passo non condivisibile, non ha alcuna risorsa al suo interno. Ci

Pubblicato:07-07-2018 12:28
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:21
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TREIA (MACERATA) – “Il decreto dignità è un primo passo non condivisibile, non ha alcuna risorsa al suo interno. Ci sono a nostro avviso molte criticità e speriamo che si corregga in meglio in Parlamento nell’interesse del paese e non certo della nostra categoria. Non basta per costruire un paese che deve crescere in ogni suo livello e dimensione”. Così il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia a Treia, per il seminario estivo di Symbola. Il numero uno degli industriali italiani ha lanciato poi un messaggio al Governo.

“Dobbiamo partire dal nodo risorse e dagli effetti sull’economia reale- continua Boccia- Valutiamo gli effetti sull’economia reale, diamoci grandi obiettivi paese. Siamo la seconda manifattura d’Europa. Piena occupazione al nord, disagi al sud e divari da colmare evidentemente. Costruire un piano di politica economica a medio termine è l’invito che facciamo al Governo”.

“SE ITALIA SI CHIUDE FA INTERESSI DEGLI ALTRI”

“Se cominciamo a chiuderci facciamo gli interessi degli altri e non dell’Italia”. Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia lo ha detto a margine del suo intervento al seminario estivo di Symbola che si è tenuto a Treia nel maceratese.


“La forza del nostro paese è la dimensione di export: 540 mld di euro di cui 450 relativi all’industria- spiega Boccia- Un paese che ha necessità di crescere e di esportare sempre di più non avendo materie prime. E’ uno dei nostri fondamentali economici”.

Boccia ha poi rilanciato le proposte di Confidustria in materia di fisco e lavoro. “La nostra visione è in linea con quello che abbiamo scritto nel ‘Patto della Fabbrica’ insieme a Cgil, Cisl e Uil: ridurre il cuneo fiscale a carico dei lavoratori italiani perché non esistono settori innovativi e non ma aziende innovative e non in settori maturi e non- conclude- E’ difficile individuare i settori innovativi se non impossibile. Altro elemento: costruire un grande Piano di inclusione giovani che potrà fare da contraltare ad un’eccessiva attenzione alle pensioni e coprirebbe anche una dimensione di equità generazionale di cui si parla molto poco”.

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