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Tensione Soru-Pigliaru, 5 assessori nel rimpasto

A giugno tagliando su Deiana, Demuro, Piras, Firino e Morandi

Pubblicato:14-04-2015 17:26
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:15

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pigliaru soruCAGLIARI – Ci son voluti due tavoli distinti e contemporanei, due fatti politici alla luce del sole, per far uscire dal retropalco il dualismo tra Renato Soru e Francesco Pigliaru che vedrà il centrosinistra sardo alle prese con un complicato ‘tagliando di verifica’ a un anno dalla vittoria sul centrodestra. La prospettiva, ormai tutti ne sono consapevoli, è quella di un rimpasto di giunta già fissato per i primi di giugno, appena finita la tornata amministrativa del 31 maggio. La giornata di svolta è stata quella di ieri. Mentre da una parte Renato Soru confermava la riunione coi segretari dei partiti della coalizione (organizzato da giorni tra le polemiche per il mancato invito al presidente della Regione), dall’altra, abbastanza a sorpresa, il governatore sceglieva la replica plateale, convocando nelle stesse ore i parlamentari sardi in un tavolo di lavoro “per fare il punto insieme”.

Una tempistica singolare, che ha conclamato lo scontro- finora sottotraccia- sulle ‘priorità‘ della giunta. Il linguaggio prudente della politica ha tradotto così la tensione palpabile sull’approccio di governo della Regione- più “politico” quello di Renato Soru, più “tecnico” quello di Francesco Pigliaru. I pontieri abbondano in queste ore, e c’è da credere che avranno la meglio, anche per la consapevolezza dei contendenti che trovare un compromesso è necessario, anzi indispensabile. Trascinarlo troppo metterebbe a rischio la legislatura. Che la situazione sia difficile lo confermano le parole a microfoni spenti di un maggiorente Pd, che spiega così il rimpasto imminente: “il problema non sono le persone e neanche i partiti che vogliono questo o quell’altro, il problema è più politico, di equilibrio. Capire chi comanda in questa coalizione. Il problema è trovare il perno della coalizione in questo momento”.

consiglio regione sardegnaC’è da discutere piuttosto sui tempi e sui nomi degli assessori che dovranno fare un passo indietro. E c’è da scommettere che in viale Trento si cercherà di riequilibrare le richieste di Renato Soru. A oggi, a quanto risulta alla ‘Dire’, dei dodici assessori che compongono la squadra di Pigliaru, almeno cinque sono in predicato di essere sostituiti. Il primo in uscita dovrebbe essere il titolare dei Trasporti Massimo Deiana (Pd), in lizza per la presidenza del porto di Cagliari. Gli altri potrebbero essere il costituzionalista Gianmario Demuro (Affari Generali e Riforme, sempre del Pd), l’assessore all’Industria Maria Grazia Piras (Sardegna Vera), Claudia Firino (Istruzione, Sel) e Francesco Morandi (Turismo, Cd). Punti fermi al momento l’assessore all’Agricoltura Elisabetta Falchi (RossoMori), Cristiano Erriu (Enti Locali e Urbanistica, Pd) e Paolo Maninchedda (Lavori Pubblici, Partito dei Sardi). Tutti gli altri in via ipotetica sono in discussione.


Dai due incontri di ieri è emersa, almeno a parole, comunque una maggioranza coesa, con i segretari della coalizione riuniti da Soru che hanno ribadito l’appoggio alla Giunta e la volontà di “aiutare” l’esecutivo Pigliaru nel rendere più efficace la sua azione. Riscontri positivi anche per il vertice di Viale Trento con la folta pattuglia dei parlamentari sardi del Pd, affiancata dal deputato Roberto Capelli (centro democratico) e da Luciano Uras e Michele Piras di Sel, a rimarcare l’importanza di un ponte costante tra Giunta e parlamentari.

A gettare acqua sul fuoco ci pensa la deputata democratica Romina Mura, molto vicina a Soru: “Ormai ci siamo abituati ad avere i partiti all’angolo, ma questa è una fase in cui i partiti vogliono essere parte del percorso istituzionale. Per cui nessun conflitto, ma solo una dialettica positiva, utile per ottimizzare il lavoro che sta facendo la Giunta”.

Sui tormenti del centrosinistra sardo prova ad affondare il colpo il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: “La situazione del centrosinistra in Sardegna è sotto gli occhi di tutti, è in corso una guerra tra bande per la spartizione del potere. Vanno avanti con quella che chiamano discussione interna, ma è una lotta all’ultimo colpo tra di loro”.

di Andrea Piana

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