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Resilienza e speranza, i leader pacifisti a Roma incontrano i giovani e lanciano appello di pace

Il Nobel per la Pace, Adolfo Perez Esquivel e Hiromasa Ikeda vicepresidente della SGI passano il testimone ai ragazzi

Pubblicato:07-06-2018 15:55
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:14
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ROMA – “I giovani non sono il futuro, i giovani sono il presente. Se siamo in grado di generare una speranza nei giovani, allora c’e’ una possibilita’ di cambiamento e puo’ esserci un futuro migliore”. Le parole del premio Nobel per la Pace, Adolfo Perez Esquivel, illuminano la sala conferenze della sede della stampa estera in Italia, dove ieri e’ stato presentato ‘L’Appello per i giovani del mondo alla Resilienza e alla Speranza’. Un messaggio scritto a quattro mani dal pensatore argentino e da Daisaku Ikeda, leader buddista mondiale e presidente della Soka Gakkai Internazionale che con Esquivel ha gia’ scritto il libro ‘La forza della speranza’. I due leader pacifisti si sono rivolti ai giovani affinche’ si uniscano per affrontare le importanti sfide dell’umanita’ e diventino costruttori della storia del nuovo millennio. “Il dialogo che stiamo realizzando oggi verra’ ricordato perche’ ha l’obiettivo di infondere fiducia nelle giovani generazioni- spiega Hiromasa Ikeda, che ha preso parte alla conferenza a nome del padre Daisaku- Ma a questo appello devono fare seguito le azioni dei giovani che devono agire concretamente”.

E proprio alle nuove generazioni i due leader di pace si sono rivolti personalmente durante un incontro che ha avuto luogo nel pomeriggio all’Ex Dogana. A prendere parte all’evento circa mille giovani, nel corpo e nello spirito, differenti per cultura e credo ma uniti dal desiderio di creare una società pacifica e giusta.  Tra le comunità, associazioni e enti erano presenti i Giovani Musulmani d’Italia, Isckon Hare Krishna, Comunità Sant’Egidio, Chiesa Anglicana Episcopale, Associazione Internazionale Karol Wojtyla, L’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia, Alterego Fabbrica dei diritti, Comitato italiano Lula Libero, Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Università  Luiss, Movimento non violento, Università degli Studi Roma Tre, Gruppo Scout Agesci ’84, Civico Zero, Gruppo Scout Roma 62, Chiesa cristiana avventista del settimo giorno e Tavolo interreligioso.









Un compito tutt’altro che semplice quello affidato alle giovani generazioni, che oggi ereditano un Terra afflitta dai cambiamenti climatici, dal pericolo del nucleare, dalle guerre di religione e dal dramma dei migranti.  Il XX secolo, scrivono i due leader, ha lasciato macerie, povertà e ingiustizie, ma ha anche suscitato nuove consapevolezze. In questi ultimi tempi si sono poi registrati segnali significativi, come l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari e la conferenza in Vaticano, sostenuta da Papa Francesco, “Per un mondo libero da armi nucleari e per il disarmo integrale”. “Bisogna lavorare – si raccomanda nell’appello – per sostenere l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite che punta a ‘trasformare il nostro mondo’”.

Roma, scelta come cornice in cui presentare il messaggio, diventa cosi’ il simbolo della citta’ aperta, la citta’ culla del mondo occidentale in cui passare il testimone: città eterna non solo per i suoi monumenti “ma per la forza e la passione che i giovani di questa terra hanno di costruire una nuova epoca”, dichiara sul palco Hiromasa Ikeda che invita i tutti al dialogo, strumento indispensabile “per disarmare la ragione armata” che ci impedisce di credere che un mondo di pace è possibile. “Dobbiamo condividere il pane e la libertà, bisogna amare i più bisognosi. I giovani devono diventare costruttori della propria vita e storia, cambiare questo mondo ingiusto. Devono essere ribelli davanti le ingiustizie per non diventare complici, anche il Papa lo ha detto”, dichiara il premio Nobel Esquivel le cui parole vengono accolte da un caloroso applauso.

Spazio quindi alle domande dei giovani: in tanti hanno alzato la mano ponendo quesiti che miravano a comprendere come trasformare il messaggio dei due leader pacifisti in azioni concrete. Creare ‘legami di valore attraverso il dialogo’ e studiare affinché ” le persone siano libere, per questo è importante la formazione”, alcuni dei suggerimenti di Esquivel e Ikeda. Infine il passaggio del testimone, simbolico, a Jacopo e Paloma, due giovani studenti che hanno raccolto il messaggio di pace impegnandosi, a nome delle nuove generazioni, ad attuare il cambiamento auspicato.

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