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Arte. Sironi svelato, Iscr-Sapienza: “L’opera tornerà all’originale” FOTO E VIDEO

Dal restauro di "Italia tra arti e scienze" riaffiorano anche simboli del regime fascista

Pubblicato:07-06-2016 09:42
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:50

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mario sironi

ROMA – Il cielo ritrova il suo azzurro intenso, le montagne tornano alle loro tonalità originali. Dall’arco trionfale riaffiora la figura a cavallo, con ogni probabilità ritratto di Mussolini. I numeri romani sono ancora lì, a scandire l’età del Ventennio e, subito sotto, con un po’ di attenzione si riesce a scorgere anche il profilo dell’aquila imperiale. Dopo quasi 70 anni di oblio, il tratto di Mario Sironi è ancora lì, nell’Aula Magna del Rettorato, cuore della Città universitaria romana progettata dall’architetto Marcello Piacentini, fedelissimo del duce, che all’inizio degli anni Trenta commissionò all’artista il grande murale ‘L’Italia tra le arti e le scienze’. Oggi, a svelare i tratti ritrovati di Sironi sono i restauratori dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro (Iscr) insieme ai tecnici della Sapienza. Dal primo luglio 2015, gli esperti lavorano fianco a fianco sul murale sironiano di oltre novanta metri quadrati, riportando alla vista colori, personaggi e tratti che si pensavano ormai perduti.

LA STORIA E LA CENSURA – Costellata di simboli del regime, l’opera fu infatti censurata a più riprese, prima incollando uno spesso strato di carta da parati e poi, negli anni Cinquanta, con un intervento di recupero che si trasformò nella defascistizzazione dell’affresco. Un’apposita commissione incaricò il pittore Carlo Siviero, che non si limitò a riparare i danni conseguenti alla rimozione della carta, ma coprì l’originale con pesanti ridipinture. Obiettivo del restauro, scoprire quanto dell’originale si è conservato sotto l’intervento degli anni Cinquanta. Aiutata dagli allievi della Scuola di alta formazione Iscr e dagli studenti della Sapienza, l’equipe ha indagato il rapporto tra ridipintura e originale, individuando le tecniche e i punti migliori per intervenire. “A distanza di un anno- dice il direttore dell’Iscr e responsabile scientifico per l’Istituto, Gisella Capponi, intervistata dall’agenzia Dire- possiamo dire che Sironi esiste e può essere recuperato”.



IL CIELO, I VOLTI, LA VITTORIA. TORNA LA PITTURA DI SIRONI – Sulle impalcature che ricoprono l’intera superficie del murale, Capponi indica la figura che interpreta la Botanica. Metà del suo volto è tornata all’originale grazie alla pulitura, l’altra metà è ancora come l’ha trasformata Siviero: “E’ evidente la forte differenza che esiste tra i due- spiega Capponi- ma anche quanto la superficie sironiana sia recuperabile. La bocca e i contorni del viso sono stati contraffatti dalle pesanti ridipinture che hanno disegnato un ovale del volto completamente diverso”. Al piano superiore del cantiere, il grigio appiattito di Siviero ha lasciato il posto all’azzurro del cielo sironiano che i restauratori definiscono “giottesco”, così come le montagne su cui si staglia la figura della Vittoria, tornata all’originale dopo la profonda trasformazione di Siviero. “E’ il simbolo di questo cantiere- osserva Marina Righetti, direttore del dipartimento di Storia dell’arte e responsabile scientifico per La Sapienza- ma anche del recupero della storia e della qualità di un grande pittore, come Sironi, spesso maltrattato e quasi rimosso per la sua assoluta fedeltà alle idee del Fascismo. La censura ha cancellato la qualità di un pittore straordinario, che noi stiamo liberando da questo manto scuro”. Sulla destra, l’arco trionfale dipinto da Sironi e ritoccato da Siviero, che ha cancellato una figura a cavallo, con il braccio teso nel saluto romano. Anche in questo caso, la pulitura dei restauratori ne ha svelato i contorni. “E’ soltanto abbozzata, ma intuiamo che alluda al duce”, racconta Laura D’Agostino, direttore dei lavori per l’Iscr.

IL RESTAURO – Nato nell’ambito di un protocollo d’intesa tra Sapienza e Iscr, l’intervento si concluderà a luglio 2017, ma già adesso è possibile stabilire lo stato di conservazione grazie ai saggi di pulitura eseguiti durante il restauro. “Finora siamo intervenuti sul quaranta per cento della superficie- dice D’Agostino- I tentativi di pulitura sono stati molteplici, cauti e mirati, perché prima di prendere la decisione di rimuovere la ridipintura, dovevamo accertare quanto dell’originale si conservava sotto Siviero. Oggi siamo in grado di stabilire che c’è ancora un buon settanta per cento della pittura di Sironi. E adesso potremo procedere molto più speditamente. Dopo la pulitura, ci sarà anche un lungo lavoro di reintegrazione”. Quando l’intervento sarà concluso, l’Aula Magna del Rettorato avrà di fronte qualcosa di molto vicino all’opera originale, realizzata dall’artista nel 1935. “Vedremo molto di Sironi- aggiunge D’Agostino- e, laddove le parti originali sono perse, cercheremo di restituire i volumi e il rapporto tra i volumi e il fondo, tenendo in considerazione che questo dipinto viene osservato dal basso e a distanza”. Il cantiere è stato visitato in più occasioni da studiosi e conoscitori di Sironi, ma anche dagli eredi del grande artista. Con loro, l’equipe ha condiviso i progressi del lavoro, valutando le scelte metodologiche e critiche per la prosecuzione dell’intervento.

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