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Salone del libro di Torino, Saviano: “Ci sarò, metto il corpo a difesa delle mie parole”

Dopo le polemiche sulla partecipazione della casa editrice Altaforte, Saviano dice la sua sul salone del libro di Torino

Pubblicato:07-05-2019 13:12
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:26
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ROMA – “In queste ore c’è una accesa discussione che riguarda la presenza di un editore di destra e scrittori che non parteciperanno al Salone per protesta. Oggi ho letto cose molto interessanti al riguardo. Vi dico quello che farò io e il perché lo farò. Io al Salone del Libro ci sarò, sono abituato a mettere il mio corpo a difesa delle mie parole, perché con l’esperienza ho capito che le parole, insieme al corpo, vanno più lontano”. Lo scrive su facebook Roberto Saviano.

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“Avevo 26 anni- aggiunge- quando a Casal di Principe, invitato all’inaugurazione dell’anno scolastico, davanti a tanti ragazzi giovanissimi e ai parenti dei boss casalesi, dissi che i boss erano il cancro di quella terra, che non appartenevano a quei luoghi perché li stavano avvelenando e che se ne dovevano andare. Come è andata a finire lo sapete”.

Con questo, prosegue, “non voglio dire: non mi hanno spaventato i boss casalesi, figuriamoci una casa editrice di destra che publica interviste al #MinistroDellaMalaVita. Voglio dire altro e cioè che la presenza fisica serve a dare più forza alle proprie parole”.

Per me, continua Saviano, “che i sovranisti pubblichino libri e che magari li leggano anche, dato lo sfoggio che fanno della propria e della altrui ignoranza, è già una vittoria. Una vittoria nostra, non loro, perché una lezione negli ultimi secoli avremmo dovuto impararla: a furia di scavalcarci a sinistra, lasciamo autostrade libere alle destre”.

“E mentre tutti si interrogano sull’opportunità della presenza a Torino dell’editore di riferimento di Casapound- sottolinea-, quel movimento politico impedisce in maniera sistematica e militare l’assegnazione di case popolari a chi ne ha diritto, a Roma in particolar modo. Non mi spaventa che i loro libri siano al Salone del Libro di Torino, mi disgusta pensare all’Italia come a quel paese in cui le autorità amministrative e di polizia non sono in grado di difendere lo Stato di Diritto e arretrano tremebonde di fronte a chi pensa di perseguire con la forza la distruzione della convivenza democratica”.

Per questo “#iovadoatorino e spero, impegni e logistica permettendo, che ci sarete anche voi”.

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