ROMA – La Commissione europea taglia ancora le stime di pil per l’Italia.
Nel pacchetto di primavera, secondo le previsioni di Bruxelles, il pil italiano crescerà dello 0,1% nel 2019 e nel 2020 dello 0,7%, restando all’ultimo posto della classifica europea della crescita. A febbraio scorso la Commissione aveva previsto un +0,2% per il 2019 e +0,8% nel 2020.
L’Ue lancia l’allarme anche sul deficit che sale a 2,5% nel 2019 e 3,5% nel 2020 (stima che non comprende l’aumento dell’Iva). Il debito vola a 133,7% quest’anno e al 135,2% il prossimo.
“L’economia italiana è scivolata in una lieve contrazione nella seconda metà dello scorso anno”. La moderata crescita economica dovrebbe “influenzare le finanze pubbliche con il disavanzo pubblico e il debito che dovrebbero aumentare notevolmente rispetto alle previsioni orizzonte. L’inflazione dei prezzi al consumo dovrebbe decelerare quest’anno e riprendere moderatamente nel 2020”, si legge nel rapporto della Commissione.
“I dati Ue confermano la necessitá di un cambiamento radicale delle politiche economiche e sociali. Non è che bisogna cambiare perché ce lo chiede l’Europa, ma perché le cose effettivamente non vanno”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, commenta le previsioni economiche di Bruxelles, a margine dell’iniziativa di Cgil, Cisl e Uil su Europa, cultura e lavoro, a Matera.
Le previsioni Ue, continua, “sono anche la conferma che le manovre fatte in precedenza erano recessive e non rispondono alla crisi, per questo diventa importante il voto delle europee per il cambiamento. È inutile che raccontino balle, la situazione è difficile”.
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