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Bologna. Il Comune riallaccia l’acqua agli occupanti, FI porta il caso sul tavolo del Governo

BOLOGNA -  Il caso di

Pubblicato:07-05-2015 12:18
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:18

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foto occupazione via de maria_bolognaBOLOGNA –  Il caso di via De Maria arriva sul tavolo del Governo Renzi. A portarcelo è il parlamentare Massimo Palmizio, coordinatore regionale di Forza Italia, che chiede l’intervento dell’esecutivo nei confronti del sindaco Virginio Merola e del suo assessore al Welfare Amelia Frascaroli e stigmatizza anche l’atteggiamento tenuto dalla Procura di Bologna sulla vicenda. Che cos’è successo? L’amministrazione comunale ha deciso, in contrasto con quanto previsto dal Piano Casa del Governo, di allacciare l’utenza dell’acqua in uno stabile occupato per scongiurare un’emergenza sanitaria. Nello stabile vivono circa 80 persone, tra cui una ventina di minori.

L’interpellanza sulla occupazione abusiva firmata da Palmizio è rivolta ai ministri dell’Interno Angelino Alfano, della Giustizia, Andrea Orlando, e delle Infrastrutture Graziano Delrio. “L’edificio, in evidente stato di degrado- spiega Palmizio- è occupato abusivamente da oltre 14 mesi da più di 80 persone, tra cui donne e bambini, istigate e guidate da esponenti dei centri sociali, nonostante le diverse denunce alla Questura dei legittimi proprietari, a cui sono seguite anche minacce e disordini”.

Ebbene, per il deputato azzurro “è inaccettabile il comportamento dimostrato dall’amministrazione comunale, in primis dal sindaco Virginio Merola, nel consentire comunque l’erogazione dell’acqua all’interno dell’edificio, rinunciando ad ogni intervento di verifica”. Ma nel mirino c’è anche Frascaroli che “ha avallato il comportamento dei soggetti che hanno indebitamente occupato l’immobile e che sono essi stessi vittime in quanto probabilmente non si rendono conto di aver commesso reati che non consentiranno loro di ottenere alloggi legalmente”.


Palmizio chiede ai ministri interpellati “se e come intendano censurare il comportamento dell’amministrazione comunale bolognese”, e per quale motivo il sindaco, violando a suo avviso la legge, “ha provveduto a concedere sia il riallaccio dell’acqua all’interno degli immobili occupati, che l’iscrizione all’anagrafe della residenza per i tutti i soggetti occupanti”. Secondo l’azzurro infatti “il problema del diritto alla casa non si risolve ledendo il diritto di proprietà nè avallando comportamenti illegali che danneggiano in primis i proprietari ma anche le persone disagiate che commettono il reato senza sapere che si precludono possibili aiuti per vie del tutto legali”.

Nell’atto si chiede anche per quali ragioni la Procura di Bologna “non abbia tuttora disposto lo sgombero per via giudiziaria degli alloggi, nonostante avesse avviato le opportune indagini da diversi mesi” e quali iniziative i ministri Alfano, Orlando e Delrio intendano assumere per ripristinare “le condizioni di normalità e di rispetto della disciplina in materia di occupazione abusiva di immobili, palesemente disattese, sia da parte dell’amministrazione comunale di Bologna, sia degli stessi soggetti che ingiustamente hanno con la forza occupato un immobile e delle persone che li hanno istigati a commettere un reato oltre a chiarire come il Governo intenda risolvere il problema abitativo”.

ACQUA A VIA DE MARIA? PRONTI A RIFARLO –  Non solo ha ridato l’acqua agli occupanti di via De Maria, in contrasto con quanto previsto dal Piano Casa del Governo, ma il Comune di Bologna è pronto a rifarlo se si ripetesse un’analoga emergenza; e intanto al Governo ha chiesto di riconoscere politicamente la scelta controcorrente fatta nello stabile occupato in Bolognina. “Abbiamo chiesto anche al Governo di considerarci una situazione sperimentale e quindi di poter rendere più flessibili alcuni vincoli amministrativi e burocratici che non permettono di mettere concretamente in avvio certe progettualità; non è stato possibile finché c’era il ministro Lupi, responsabile del Piano casa, speriamo che con il ministro Delrio questa interlocuzione, anche dal punto di vista tecnico, si possa aprire. Così come, e lo dico forte, questa interlocuzione si sta aprendo per abbattere l’articolo 5 del Piano casa, che è un articolo infame”. Lo ha detto l’assessore al Welfare di Palazzo D’Accursio, Amelia Frascaroli, difendendo in tutto e per tutto, nel question time in Consiglio comunale, l’ordinanza che ha ridato l’acqua agli occupanti di via De Maria.

“L’articolo 5- ha aggiunto- è già stato messo in discussione anche dal ministero che ha già emanato una sua circolare che revisiona tutta la parte che vieta di dare la residenza agli occupanti, e so che che sono in atto anche interrogazioni parlamentari per rivedere anche le altre parti riguardo soprattutto il tema dell’acqua”. Ad ogni modo, l’amministrazione Merola ha scelto di garantire il “diritto all’acqua, che mi sembra un diritto imprescindibile, a minori e persone deboli” e lo rifarebbe “ancora, se si verificassero situazioni del genere. Per fortuna si sono verificate solo in un caso”.

Incalzata dalle minoranze, Frascaroli ha stroncato ancora l’articolo 5 del Piano Casa “fatto forse per garantire la proprietà” ma che poi “non garantisce nessuno dalle occupazioni, perché il bisogno è talmente forte e grande che è uno strumento del tutto inadeguato per interpretare la realtà, oltre che ingiusto e iniquo”. E soprattutto, Frascaroli ha insistito sulla necessità di un “utilizzo di beni comuni inutilizzati per situazioni di grave disagio abitativo. Questo ci permette non di legalizzare le occupazioni, di dire che va bene occupare”, ma “di uscire dall’irregolarità” e consentire “alla gente di rimettersi in moto”. Solo così, infatti, si possono “allacciare le utenze e le possono pagare, le regolarità permette ai servizi sociali di intervenire, cosa impossibile fino adesso; permette di costruirsi percorsi che vadano a risolvere le situazioni di fragilità. Questa è l’operazione che stiamo cercando di fare. In via de Maria non ho problemi a dire che ci stiamo riuscendo”.

Frascaroli ha parlato di “fatiche giuridiche, burocratiche, amministrative” sulla strada di “percorsi nuovi, del tutto sperimentali che altre città non hanno neanche immaginato”, ma “questo è il punto, occorre crearsi gli strumenti”. L’ordinanza, comunque, era e resta “di taglio igienico-sanitario”, ma “questo non toglie che le occupazioni siano illegali. Però bisogna che separiamo il giudizio, altrimenti con la stessa logica a chi ha rubato toglieremmo da mangiare e bere. Invece, c’è un percorso penale, giuridico e amministrativo che punisce le azioni illegali; i diritti intanto vanno garantiti a chiunque”. E infine ha confermato: “Le occupazioni sono occasioni di solidarietà. E’ vero, andate a vedere. Non ho detto che bisogna occupare per sviluppare solidarietà, ho fatto semplicemente una fotografia della situazione”.

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