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Irene Pivetti capolista della Lega a Roma. E i cinesi ci rimangono male…

Una delegazione cinese era presente alla Camera per assistere alla conferenza di Matteo Salvini: non avevano capito che il candidato sindaco sostenuto è Giorgia Meloni

Pubblicato:07-04-2016 13:11
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:32

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pivetti salvini

ROMA  –  Irene Pivetti sarà la capolista della Lega nord alle elezioni per il sindaco di Roma. Lo annuncia Matteo Salvini, durante una conferenza stampa alla Camera. Pivetti, al suo fianco, dice: “Sono grata di questa proposta, sono orgogliosa. Io sono un romano medio, di adozione, sono nata a Milano. Con Roma ci si scontra ma si viene anche accolti. Si porta il proprio contributo in un calderone che accoglie tutti”.

“Vent’anni fa facevo politica, sono partita da qui. Sono 15 anni che vivo nella società civile, faccio l’imprenditore. Sono contenta che ripartiamo dai marciapiedi e che forse non li lasciamo neanche perché solo li si possono trovare le soluzioni giuste- spiega Pivetti-, e mi onora tornare in un contesto che ha fatto parte della mia vita. Sembra la reunion dei Pooh“.


leghisti_cinesi

LA DELUSIONE DEI LEGHISTI CINESI – Loro speravano in un sindaco, e invece si ritrovano con una capolista: “Capolista? Ma che vuol dire capolista?”. Per i leghisti cinesi è una doccia fredda quella di oggi: sono arrivati con entusiasmo alla Camera per assistere alla conferenza stampa di Matteo Salvini e Irene Pivetti, certi che il segretario leghista avrebbe annunciato la candidatura dell’ex presidente della Camera a sindaco di Roma. I leghisti cinesi si erano mobilitati già a febbraio per le gazebarie della Lega, portando a votare per Pivetti centinaia di connazionali e contribuendo a farla arrivare seconda, dietro Marchini, con oltre 3mila preferenze. Oggi, però, scoprono che al Campidoglio il Carroccio non candida né Marchini né Pivetti, bensì Giorgia Meloni. “Quindi non è Irene Pivetti la candidata sindaco, giusto? Ecco- ammettono al termine della conferenza stampa- ora l’abbiamo capito”. Sono confusi, delusi, anche un po’ imbarazzati. A Montecitorio stamattina sono venuti in quattro, suscitando la curiosità di fotografi e telecamere. A una domanda precisa, Pivetti risponde: “Da molti anni io lavoro con la Cina e con altri mercati remoti, è la mia attività professionale. Sono nati molti rapporti di amicizia personale nelle varie comunità cinesi che ci sono in Italia. Mi auguro che molti miei amici, quelli che hanno la cittadinanza, vogliano votarmi e lo facciano fare agli amici”. Il più giovane e spigliato dei leghisti cinesi, Marco Huang, a un certo punto prende la parola e domanda “alla dottoressa Pivetti: se lei diventerà sindaco che cosa farà per promuovere la collaborazione tra i nostri Paesi?”. Lei sorride, Salvini anche. Si rendono conto dell’equivoco. L’ex presidente della Camera prima spiega: “Il candidato sindaco è Giorgia Meloni, io sono indicata come capolista per la Lega, una delle componenti del centrodestra”. Poi, ammette: “Capisco che sono elementi che visti da distante creano un po’ di confusione…”. Al termine della conferenza stampa, avvicinati, i leghisti cinesi non nascondono i dubbi. Chi voterete quindi alle elezioni per il Campidoglio? “Non lo so…”, riflette una signora, l’unica donna della delegazione. Giorgia Meloni? “Ci dobbiamo pensare”, dice Huang. Poi, in cinese, spiega al padre il cambiamento di programma. Capolista, però, non basta. L’uomo, che parla poco italiano, sorride: Meloni? “Forse sì…ma anche no”. Il figlio riprende la parola: “Alcuni voteranno Meloni e altri no, quindi non si sa. Noi pensavamo fosse Irene Pivetti la candidata. Per noi lei è meglio di Giorgia Meloni”. E Irene Pivetti cosa pensa dell’equivoco? I cinesi avevano capito che era lei la candidata sindaco: “No, no. Loro hanno capito giusto, ma c’è un problema di traduzione, in Cina non esistono tutte questa sottigliezze. Loro hanno identificato una persona amica della comunità e questa persona rientra nella vita politica italiana e per loro è un riferimento”. Ma dicono che Giorgia Meloni non la votano: “Non credo che abbiano detto questo…”.

di Antonio Bravetti, giornalista professionista

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