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Omicidio, in un caso su 4 la vittima è donna

Dal criminologo ecco i campanelli allarme e l'identikit delle donne maltrattate

Pubblicato:07-03-2018 14:44
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:35
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ROMA – Le statistiche del 2017 ci dicono che i femminicidi registrati in Italia sono ormai oltre il 25% del numero totale degli omicidi; ultimo caso di cronaca, in questo inizio 2018, quello di Cisterna di Latina, dove un uomo ha ucciso le sue due figlie e sparato alla moglie, il tutto per punirla di averlo lasciato. Di fronte a una strage che sembra non avere fine, in occasione domani della Giornata internazionale della Donna, il provider ECM 2506 Sanità in-Formazione e il professor Vincenzo Mastronardi, psichiatra e criminologo clinico, in collaborazione con Consulcesi Club, lanciano una guida utile ai medici di base, che possono assumere il ruolo di vere e proprie sentinelle anti-abusi grazie al corso Fad (Formazione a Distanza) dal titolo ‘Disturbo dissociativo dell’identità e situazioni di rischio’, online gratuitamente sul sito www.corsi-ecm-fad.it

I CAMPANELLI D’ALLARME DELLA DONNA MALTRATTATA

Al di là dei segni della violenza fisica, non sempre individuabili, la donna che subisce violenza si caratterizza per lo stato d’animo depresso, lo sguardo fisso e la facile tendenza al mutismo.

L’IDENTIKIT DELLA DONNA VITTIMA DI VIOLENZA

Ha un legame conflittuale con le proprie figure di attaccamento e assenza di fiducia nei confronti di queste; ha subìto esperienze in età infantile di maltrattamento o abuso; proviene da modelli familiari e/o sociali in cui prevalgono atteggiamenti di sottomissione; non è economicamente indipendente; è isolata a livello sociale, priva cioè di connessioni relazionali e interpersonali sia a livello di microsistema (ambiente familiare e vicinato) che di macrosistema (partecipazione ad attività lavorative, sociali, politiche).


MA PERCHÉ LE DONNE NON DENUNCIANO?

A livello psicologico, fa sapere l’esperto, l’astenersi dalla denuncia rappresenta un meccanismo di difesa che si instaura nella donna, a protezione di uno stato di equilibrio che, seppur disfunzionale e connotato da vissuti violenti, permette di mantenere una condizione a cui la vittima si è adattata, e un allontanamento da questa comporterebbe un eccessivo impegno psichico che implicherebbe un più copioso sforzo rispetto al continuare a soffrire i soprusi attuali. Il corso ‘Disturbo dissociativo dell’identità e situazioni di rischio’, articolato in cinque lezioni, offre una panoramica esaustiva sui disturbi dissociativi (a partire da quello dell’identità), illustrandone le manifestazioni più pericolose, quali, ad esempio, lo stalking, ed evidenziando le necessarie strategie di colloquio psichiatrico nonché le possibili terapie. Responsabile scientifico il professor Mastronardi, già titolare, tra le altre, della cattedra di Psicopatologia Forense alla Facoltà di Medicina dell’Università Sapienza di Roma, direttore del Master di I livello in Criminologia, Scienze investigative e Strategiche per la Sicurezza.

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