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Fukushima: radiazioni 100 volte fuori la norma; entro 10 aprile scelta sito fusione Dtt; confermati rischi per le api da pesticidi

Edizione del 7 marzo 2018

Pubblicato:07-03-2018 07:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:35
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A FUKUSHIMA RADIAZIONI SONO 100 VOLTE SOPRA NORMA

A sette anni di distanza dalla catastrofe nucleare dell’11 marzo 2011 a Fukushima si registrano valori di contaminazione radioattiva fino a 100 volte superiore alle norme. Lancia l’allarme Greenpeace Giappone, spiegando che anche dopo la decontaminazione nel villaggio di Iitate i livelli medi di radiazione sono tre volte più alti rispetto all’obiettivo a lungo termine posto dal governo. Alcune aree hanno addirittura mostrato un aumento rispetto all’anno precedente, ciononostante Tokyo sta revocando in alcune aree l’obbligo di evacuazione. “Il governo giapponese deve smettere di costringere le persone a tornare a casa e deve proteggere i diritti dei propri cittadini”, dice Kazue Suzuki della campagna Energia di Greenpeace Giappone, “esiste un rischio significativo per la salute e la sicurezza di un eventuale ritorno degli evacuati”.

ENTRO 10 APRILE SCELTA SITO RICERCA FUSIONE DTT

Entro il prossimo 10 aprile l’Enea pubblicherà la decisione sul sito che ospiterà l’infrastruttura di ricerca sulla fusione nucleare DTT, il Divertor Tokamak Test, che prevede investimenti per 500 milioni. Sono arrivate nove proposte da parte di Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna con un sito in tandem con la Toscana, Lazio, Liguria (con due siti), Piemonte, Puglia e Veneto. Per la decisione sarà valutata la rispondenza ai requisiti fissati dal bando. Il DTT è uno dei progetti di ricerca scientifica e tecnologica più ambiziosi nell’ambito della produzione di energia da fusione nucleare con ricadute di grande rilievo a livello italiano ed europeo. Ideata dall’ENEA in collaborazione con CNR, INFN, Consorzio RFX, CREATE e alcune prestigiose università, l’infrastruttura di ricerca DTT coinvolgerà oltre 1.500 persone direttamente e nell’indotto.


CONFERMATI RISCHI API DA PESTICIDI NEONICOTINOIDI

La maggior parte dei modi nei quali i pesticidi neonicotinoidi vengono usati in agricoltura rappresenta un rischio per le api selvatiche e quelle mellifere. Lo denunciano da tempo le associazioni ambientaliste e agricole, lo conferma ora l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, l’Efsa. Le valutazioni sono relative a tre pesticidi già soggetti a restrizioni nell’Ue a causa della minaccia che rappresentano per le api. “Le prove sono schiaccianti. I neonicotinoidi mettono gravemente a rischio le api, le coltivazioni e le piante che da esse vengono impollinate”, dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace, “l’Italia e gli altri Paesi europei devono smetterla di tergiversare e sostenere pienamente il bando permanente dei neonicotinoidi proposto dall’Ue”.

ZIMBABWE PUNTA SUL LITIO, CUORE AUTO ELETTRICHE

Lo Zimbabwe è determinato ad aumentare la produzione di litio, puntando al mercato delle auto elettriche: lo annuncia Winston Chitando, ministro per lo Sviluppo delle miniere, durante una conferenza dedicata agli investimenti. “Il Paese- calcola Chitando- potrebbe fornire il 20% della domanda globale di litio”. Lo Zimbabwe è tra i dieci maggiori produttori al mondo del metallo alcalino utilizzato nella produzione di batterie. Il prezzo del litio è più che raddoppiato negli ultimi anni per via dell’impetuosa domanda dell’industria dei veicoli elettrici. Secondo alcuni esperti, l’elemento può essere considerato una sorta di petrolio del futuro, con le annesse negative conseguenze sull’ambiente nei luoghi dove viene estratto.

SUPERCOMPUTER ENI NEL CUORE DELLA PIANURA PADANA

A Ferrera Erbognone, Pavia, nel cuore della Pianura Padana, c’è il sistema di supercalcolo più potente al mondo a livello industriale. E’ HPC4, il nuovo supercalcolatore del Green Data Center di Eni che con il predecessore HPC3 fornisce un supporto strategico al Cane a sei zampe lungo tutta la sua catena del valore, dalle fasi di esplorazione e sviluppo dei giacimenti oil & gas alla gestione dei ‘big data’. Combinando la capacità di calcolo del Green Data Center si arriva a 22,4 Petaflop, 22,4 milioni di miliardi di operazioni matematiche svolte in un secondo, il che collocherebbe il sistema tra i primi dieci al mondo, primo tra i sistemi non-governativi e non-istituzionali. “In linea con il nostro impegno per la sostenibilità, HPC4 è stato sviluppato in modo da ottenere il massimo livello di efficienza energetica- precisa l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi- Inoltre, lo stesso Green Data Center già utilizza tecnologie innovative per ridurre al minimo le emissioni di CO2 e i costi operativi

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