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Donne, lavoro e cancro: le voci dallo speciale di Bruxelles

Quali sono le difficoltà che incontra una donna malata di cancro sul luogo di lavoro? Il punto durante la conferenza ‘Women, Work and Cancer’.

Pubblicato:06-12-2018 09:48
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:52
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BRUXELLES – “Incontra donna onlus oltre a svolgere un ruolo di sostegno per le donne che ricevono una diagnosi di cancro è anche accanto alle donne che decidono di denunciare discriminazioni sul luogo di lavoro”: lo ha detto Lara Facondi, rappresentante dell’associazione, durante la conferenza ‘Women, Work and Cancer’ a Bruxelles.

“È importante che sul luogo di lavoro la parola cancro non sia un tabù” ha aggiunto Facondi. “Bisogna sensibilizzare i datori di lavoro affinché la donna che torna a lavoro possa anche avere delle condizioni di lavoro favorevoli. Un progetto importante portato avanti dall’associazione è il Freccia rosa, che porta la prevenzione a bordo dei treni offrendo consulenze gratuite e screening alle donne”.

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ASSOCIAZIONE EUROPEA PAZIENTI CON CANCRO LANCIA WHITE PAPER

“Il documento ‘Sfidare l’Europa delle disparità nel cancro’ è un ‘White paper’ che l’Associazione europea pazienti col cancro lancerà nel 2019”. Lo ha spiegato Antonella Cardone, rappresentate dell’Associazione europea pazienti con cancro, al termine della conferenza “Women, work and cancer” a Bruxelles.


“Questo documento è basato su un sondaggio che indaga le disparità socio- economiche per le persone affette da cancro in Europa e comprende 17 paesi. L’obiettivo di questo sondaggio è quello di valutare le disparità, di identificare le migliori pratiche a livello europeo per creare un supporto per coloro che sono affetti da cancro e, infine, altro obiettivo del nostro “White paper” è far si che la qualità di vita dei pazienti con cancro sia buona e che i pazienti ricevano tutti i supporti necessari per mantenere il proprio lavoro durante la malattia e dopo”.

MAKAROFF: SFIDARE EUROPA DELLE DISPARITÀ SOCIALI NEL CANCRO

“Nel 2015 l’Associazione europea pazienti con cancro, ha pubblicato un documento dal titolo ‘Sfidare l’Europa delle disparità nel cancro’. Nel 2018, l’Associazione ha iniziato a lavorare con le organizzazioni europee per ottenere disposizioni legali in materia di diritto sociale e del lavoro offerte a persone affette da cancro”, ha spiegato Lydia Makaroff rappresentante dell’Associazione europea pazienti con cancro, durante la conferenza in corso a Bruxelles “Women, work and cancer”.

“Nel 2019, il documento sarà usato per produrre il ‘White paper’ sulle disparità sociali per le persone affette da cancro. Gli obiettivi di questo accordo sono, creare un quadro completo delle disparità sociali in Europa, fornire una conoscenza piena dei problemi sociali e occupazionali per queste persone, creare un appoggio a livello europeo, individuare i problemi sociali che affliggono pazienti e chi si occupa di loro”, ha aggiunto.

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PUKKALA (ESPERTO): CANCRO CONNESSO ANCHE A LAVORO

“Circa il 5 per cento del cancro sia maschile che femminile è direttamente legato al lavoro, mentre circa il 35 per cento del cancro nei maschi e il 16 per cento nelle donne è collegato alla posizione socio-economica”. Lo ha detto Eero Pukkala, esperto dell’Istituto per la ricerca statistica ed epidemiologica sul cancro, centro studi con sede a Helsinki. Pukkala ha rilasciato le dichiarazioni a Bruxelles nel corso della conferenza ‘Women, Work and Cancer’.

SCHAAPMAN (ETUI): DONNE AFFETTE CANCRO 2 VOLTE INVISIBILI

“Il cancro professionale nelle donne è ancora più invisibile, parliamo anzi di doppia invisibilità, di come questa invisibilità si insinua, entra a far parte della vita delle donne”: lo ha detto Marian Schaapman, rappresentate dell’European Trade Union Institute (Etui), durante la conferenza in corso a Bruxelles ‘Women, Work and Cancer’. “Questo – ha aggiunto Schaapman – è un serio problema e dobbiamo cercare di reintegrare le donne e non discriminarle rendendole invisibili”.

SECHI (ETUI): NAPOLI ESEMPIO DI ASSISTENZA MEDICA DONNE

“A Napoli vengono organizzati dei giorni in cui tutte le donne possono fare visite gratuite con i dottori e questo è un esempio molto importante di come poter fare prevenzione”, ha spiegato Cinzia Sechi dell’European Trade Union Institute for Research (ETUI) durante la conferenza “Women, work and cancer” in corso a Bruxelles. “Questa conferenza è importante per raggiungere l’uguaglianza di genere”, ha proseguito Sechi. “Cosa si può fare per aiutare i pazienti e fare prevenzione? Cosa possono fare le organizzazioni, le associazioni?”, sono le domande che secondo Sechi bisogna porsi.

RABUSSIER (CFDT): SU 1721 DONNE CON CANCRO SENO, 7% NON NE PARLA

“Su 1721, il 7% delle donne affetto da cancro al seno non parla della malattia alle altre persone e l’11% non parla della malattia con i colleghi. Circa il 50% dei malati di cancro è più giovane di 65 anni. In totale, su 1527 donne affette da cancro di età compresa tra i 18 e i 25 anni, il 41,7% ha un cancro al seno. Di queste, il 68,7% torna a lavoro cinque anni dopo la diagnosi, il 6,7% invece non può”, ha spiegato Monique Rabussier della Federazione generale dei trasporti-ambiente (CFDT) Francia, durante la conferenza in corso a Bruxelles ‘Women, work and cancer’.

“Spesso, quando tornano a lavoro queste donne si aspettano che tutto sia uguale al passato, prima della malattia, ma non è mai la stessa situazione ed è difficile ritornare. Il cancro è un reale problema. È un tabu’ che non si riesce ad eliminare. La cosa peggiore, alla fine, è che ti spingono alle dimissioni, mettendoti in una posizione impossibile da gestire. Nessun accordo di settore, nessun accordo di protezione aziendale e di conseguenza una perdita dello stipendio e il tutto che grava sul problema della pensione”.

BASTOS (ANSES): PROFESSIONI SONO FATTORE CANCRO AL SENO

Il cancro al seno è legato a differenti rischi e fattori, tra cui l’età, la predisposizione genetica, antecedenti casi familiari, esposizione a radiazioni, trattamenti ormonali, contraccettivi, fumo, fumo passivo, peso elevato, medicine e consumo regolare di alcol”: lo ha sottolineato Henri Bastos, di Anses, l’agenzia francese per la sicurezza sanitaria, l’alimentazione, l’ambiente e il lavoro, durante la conferenza in corso a Bruxelles ‘Women, Work and Cancer’.

Secondo l’esperto, “le infermiere hanno un rischio più alto del 50% di sviluppare il cancro al seno rispetto al resto della popolazione, le insegnanti fino al doppio del rischio, giornalisti e avvocati oltre quattro volte, tecnici di laboratorio e chi lavora con solventi chimici hanno un rischio fino a tre volte superiore”. Bastos ha continuato: “Le professioni che richiedono ricerche maggiori e una maggiore protezione sono polizia e militari, il cui rischio di sviluppare tumori è più alto del 2,5 rispetto al resto della popolazione, i lavoratori che producono cibo e acqua hanno un rischio oltre cinque volte superiore, parrucchieri e estetiste oltre cinque volte, assistenti di volo due volte superiore, lavoratori del settore delle pulizie 4,5 volte superiore”. Secondo l’esperto, “le professioni associate a un rischio più alto sono militari, dentisti e medici, minore rischio hanno giardinieri, agricoltori, falegnami, mentre i saldatori, lavoratori di tabacco, pittori hanno un rischio più alto al di sotto dei 50 anni”.

LINDSLEY (BIOSAFETY NETWORK): ALT A SOSTANZE CITOTOSSICHE

“Le sostanze citotossiche vengono usate per curare i pazienti affetti da cancro ma sono altamente pericolose e tossiche soprattutto per coloro che lavorano a stretto contatto con i pazienti quindi infermieri e dottori”: lo ha detto Ian Lindsley, del European Biosafety Network, durante la conferenza ‘Women, Work and Cancer’ a Bruxelles.

Secondo l’esperta, “le sostanze citotossiche da un lato vanno a distruggere il cancro, ma dall’altro lato provocano gravi problemi per coloro che curano i pazienti dal momento che una lunga esposizione a queste sostanze provoca cancro, problemi riproduttivi e molto altro”. Lindsley ha concluso: “Sto portando avanti una campagna per prevenire e limitare l’esposizione del settore sanitario a queste sostanze”.

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