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I canti vedici indiani? A Ravenna arrivano in classe alle elementari

A Ravenna sta per partire la decima edizione di Homunculus, la rassegna di TCP tanticosiprogetti su arte, teatro e parola

Pubblicato:06-11-2017 12:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:51

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BOLOGNA – In un mondo che corre e si affanna si può imparare ad ascoltarsi, a meditare e concentrarsi recitando litanie, dopo aver fatto esercizi di postura e di automassaggio. E’ la singolare ‘lezione’ destinata ai bimbi di una quinta elementare di Ravenna mercoledì e venerdì, il 9 e il 10 di novembre. Anche perché, questo tipo di canto, oltre a sviluppare un lavoro sulla voce – che viene usata come uno strumento musicale- e a sviluppare la respirazione, presuppone “l’arte” di ascoltare e imparare a recitare con attenzione, cura e coinvolgimento profondo della mente e del corpo.

CON “HOMUNCULUS” A RAVENNA SI PARLA DI CANTO VEDICO

L’iniziativa nasce nell’ambito di “Homunculus” rassegna che si svolgerà nella città bizantina dall’8 novembre al 9 dicembre e che quest’anno (è la decima edizione) è dedicata appunto al ‘canto vedico‘. Cioè a una delle forme più antiche di salmodia e di tradizione orale indiana tramandata nei secoli dai bramini, insegnando i versi ai giovani allievi. Che dovevano ascoltarli, recitarli, ripeterli e impararli a memoria. E che si pratica ancora oggi, in India, usando le stesse ‘parole’ di moltissimi anni fa.


I VEDA, GLI INNI DELLA SAGGEZZA INDIANA

I veda sono inni sui quali si fonda la ‘saggezza’ indiana, visto che contengono informazioni su ogni tema possibile. C’è la natura e l’importanza dei suoi elementi, la relazione tra insegnante e studente, la struttura del sistema umano, ma ci sono dei veda persino sulla conoscenza tecnica per costruire case o sull’origine dell’universo. Praticata per millenni solo in India, quest’arte è stata diffusa recentemente in altri paesi e hanno imparato a usarla anche le donne e gli occidentali, a cui era praticamente proibita. Nel 2003, peraltro, il canto vedico è stato proclamato dall’Unesco “Capolavoro del patrimonio orale e immateriale dell’Umanità“.


L’INIZIATIVA IN COLLABORAZIONE CON LA SCUOLA PASCOLI

scuolaPer tutte queste ragioni è diventato anche il tema centrale di Homunculus, il progetto annuale che TCP tanticosiprogetti sviluppa attorno alle arti della scena e del pensiero in convenzione con l’assessorato alla Cultura del Comune di Ravenna e, stavolta, in collaborazione con la scuola elementare Pascoli, l’associazione “Il centro del cerchio” e Il Planetario. “E’ con molto piacere che abbiamo accolto l’argomento cui è dedicata questa edizione della rassegna legata al canto vedico – ha detto Elsa Signorino, assessore alla Cultura alla presentazione- trattandosi di una forma d’arte antichissima che merita di essere conosciuta per tutti i significati non tanto musicali, ma soprattutto espressivi che reca con sé e per la relazione con le pratiche della concentrazione e della meditazione, aspetti sempre più trascurati in un’epoca caratterizzata dalla fretta e dalla velocità”. A scuola, ai bimbi della quinta A della Pascoli, si spiegherà cosa sono i canti vedici, dopo un’introduzione pratica sulla postura e sull’automassaggio a cura di Danilo Conti.

DUE INCONTRI PER TUTTI SABATO E DOMENICA

Oltre alla lezione a scuola, sabato 11 e domenica 12 novembre (dalle 9.30 alle 12.30) in programma ci sono due incontri sullo stesso argomento nella sede de “Il centro del cerchio”, in via Cerchio 21 con l’introduzione pratica di Francesca Proia e l’intervento di Gabriella Tardozzi, insegnante di canto vedico. Per questi due appuntamenti è obbligatoria la prenotazione (telefonando ai numeri 338/8017819 e 335/5622377 oppure scrivendo a homunculusravenna.tumblr.com). Ma per i bambini la manifestazione non si esaurisce con gli incontri a scuola e prosegue con un altro evento, legato ancora una volta al canto, al quale si uniscono le stelle e una favola di Hans Christian Andersen.

A DICEMBRE LO SPETTACOLO “L’USIGNOLO DELL’IMPERATORE”

Sabato 9 dicembre, nel Planetario, in via Santi Baldini 4/A, Tanticosiprogetti presenterà un incontro dedicato a “L’usignolo dell’imperatore” di Andersen, con la partecipazione di Marco Garoni e Gabriella Tardozzi e la collaborazione di Antonella Piroli. Il racconto, pubblicato nel 1843 narra la storia di un imperatore che preferisce la melodia di un uccello meccanico ingioiellato al canto di un usignolo vero. Quando l’imperatore si ammala, però, è proprio il canto dell’usignolo a confortarlo e farlo guarire. La cupola che ospita il planetario, durante l’incontro, sarà animata da immagini celesti selezionate da Marco Garoni, dal canto di Gabriella Tardozzi e dall’intervento di Danilo Conti. L’appuntamento è dedicato a bambini dai cinque anni in su. (Per informazioni telefonare al Planetario 0544/62534 oppure collegarsi al sito www.planetarioravenna.it).

UN PROGETTO CHE SI ISPIRA A GOETHE

Il progetto Homunculus, che reca il sottotitolo “La rappresentazione fisica del pensiero”, sceglie di anno in anno temi e idee legate a forme di ricerca in campo performativo. Il suo fine è creare una sensibilità sull’ascolto profondo di sé in ogni momento, e una presa di coscienza rispetto all’evanescenza dei confini tra individuo e società, pubblico e privato. Il nome deriva dall’Homunculus del Faust di Goethe, la creatura che gli alchimisti cercano di portare alla vita attraverso i loro esperimenti.

di Angela Sannai, giornalista professionista

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