NEWS:

Dal ‘no’ agli scontri di piazza, Firenze rivive gli anni Settanta

A Firenze lo scontro sulla riforma costituzionale si è trasferito in piazza degenerando, ieri, in una vera e propria "guerriglia urbana"

Pubblicato:06-11-2016 11:03
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:16

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

scontri_leopolda2

FIRENZE – E’ accaduto quello che molti temevano. A Firenze lo scontro sulla riforma costituzionale si è trasferito in piazza degenerando, ieri, in una vera e propria “guerriglia urbana”, come l’ha definita il sindaco Dario Nardella, al termine di una giornata che ha visto la città del Giglio ripiombare in un clima da anni settanta.

SCONTRI AL CORTEO DEL NO: Leopolda, scontri al corteo del ‘no’. Polizia usa lacrimogeni/FOTO e VIDEO

Nardella: “Sfasciare città è inaccettabile”

Il frastuono della prima carica ha invaso l’angolo tra via Cavour e piazza San Marco attorno alle 16. E’ cominciata così una giornata difficilissima per Firenze. Il corteo del doppio no, uno alle politiche del governo Renzi, l’altro alla riforma costituzionale, da una parte. Gli agenti in assetto antisommossa dall’altra. In mezzo un diniego, quello della questura che ha stoppato le mire di ‘Firenze dice no’, il corteo di antagonisti, collettivi, centri sociali, ma anche del comitato ‘No tunnel Tav’, delle mamme ‘No inceneritore’ e di Sinistra Italiana, decisi a raggiungere l’ex stazione Leopolda, teatro della settima edizione della convention renziana, attraversando il centro storico.


Un divieto troppo fragile per contenere una piazza composta da 800, 1000 manifestanti non solo di Firenze, ma anche di Napoli, Venezia (il comitato ‘No grandi navi’), Pisa, ma anche da Macerata, come il gruppo marchigiano ‘Terre in Moto’, partiti dalle zone del sisma.

“Sì al presidio” in piazza San Marco, “no al corteo”. Un alt deciso, scandito dai funzionari della Digos, chiaro fin dai primi attimi del concentramento. Chiaro ma indigeribile per alcuni manifestanti che si sono piazzati davanti al muro di scudi e caschi blu. I cori, il corteo che avanza piano, poi il lancio dei primi fumogeni, fino a che non è scattata la prima carica. Poco dopo, dopo un fitto lancio di oggetti, ortaggi, sassi, bottiglie e grossi petardi, la seconda carica. Stavolta, però, con i lacrimogeni.

Il corteo quindi ha cambiato verso e si è diretto verso piazza Santissima Annunziata, con la coda dei manifestanti a tirar giù le transenne intorno al cantiere a centro piazza. Da lì in piazza D’Azeglio passando per via della Pergola. Un senso unico, praticamente, creato dalla polizia a protezione di qualunque svolta. E’ così che è nata la terza carica, quella di via della Pergola quando il corteo ha cercato di girare a destra. Avanti con in testa piazza Santa Croce come possibile destinazione di fine corsa. Per i manifestanti, non per i funzionari della polizia che hanno dirottato il corteo nei viali di circonvallazione, le arterie delle viabilità chiuse e svuotate dalle macchine.

Inevitabile il risultato, cortocircuito tra le strade e traffico in tilt. Poco dopo piazza Beccaria, davanti all’ingresso de ‘La Nazione’, è arrivato il ‘rompete le righe’. Il bilancio parla di un ferito e due contusi tra le forze dell’ordine; imprecisato il numero dei contusi tra i manifestanti. Secca la presa di posizione del sindaco Dario Nardella: “Capisco il confronto inteso e appassionato, ma arrivare alla violenza soprattutto alla guerriglia urbana è inaccettabile, vergognoso e meschino. Giù le mani dalla città, Firenze non merita questo, soprattutto il giorno dopo aver ricordato i 50 anni dall’alluvione che devastò il nostro patrimonio culturale”.

di Diego Giorgi, giornalista

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it