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Ilva, nel piano di Am Investco 4.200 esuberi. A Genova sono 600: lunedì sciopero e corteo

Lunedì sarà presentato al ministero il piano industriale dei nuovi proprietari di Am Investco. Intanto ai sindacati sono stati comunicati gli esuberi

Pubblicato:06-10-2017 13:53
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:45

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GENOVA –  Alla fine l’attesa lettera dei commissari ai sindacati in cui si svelano i piani di Am Investco, che si è aggiudicata la gara per l’acquisizione degli stabilimenti dell’Ilva, è arrivata. E annuncia circa 4.200 esuberi, 600 dei quali solo a Genova. Una doccia fredda per i lavoratori. Del resto, il piano di Am Investco prevede che degli oltre 14.000 lavoratori del gruppo vengano assunti, direttamente o attraverso proprie affiliate, 10.000, con la contestuale disdetta del contratto integrativo e senza alcuna continuità rispetto al contratto pregresso sia in termini di anzianità che di trattamento economico. Insomma, per questi diecimila sarà come ripartire da zero e senza le tutele precedenti, visto che per lorò si applicherà il Jobs act.

I dipendenti saranno, inoltre scelti, dalla società che fa capo a Mittal. Per quanto riguarda la sola Ilva, Investco intende assumere a Taranto 7.600 persone (gli esclusi sarebbero oltre 3.000 secondo le stime della Cgil), 900 a Genova (dove i dipendenti sono attualmente 1.500), 700 a Novi Ligure, 30 a Legnano, 45 a Marghera, 160 a Milano, 40 a Paderno, 125 a Racconigi.

Per quanto riguarda Ilvaform il piano prevede 35 assunzioni, 90 per Taranto Energia e 160 per Ism. Investco intende tenere 45 dirigenti. Tra i dipendenti francesi, invece, si parla di 70 assunti, 40 in Socova e 30 in Tillet.



A GENOVA TENSIONE ALLE STELLE

Tensione alle stelle allo stabilimento Ilva di Cornigliano a Genova. In vista dell’incontro convocato a lunedì a Roma nella sede del ministero dello Sviluppo economico per illustrare nel dettaglio il piano industriale dei nuovi proprietari di Am Investco, i commissari straordinari governativi hanno inviato ai sindacati una lettera in cui vengono dichiarati ufficialmente gli esuberi previsti.

A livello nazionale gli esuberi sono 4.200. A Genova i nuovi assunti sarebbero solo 900: nel passaggio alla nuova proprietà perderebbero il posto, dunque, 600 lavoratori, cifra ben superiore ai 390 attualmente in cassa integrazione.

Bruno Manganaro

CGIL: “LETTERA VERGOGNOSA, 4.200 ESUBERI A LIVELLO NAZIONALE”

“E’ una lettera vergognosa– tuona alla ‘Dire’ il segretario della Fiom-Cgil Genova, Bruno Manganaro– è il peggio del peggio che un governo potesse scrivere alle organizzazioni sindacali”. Sul piano complessivo, si tratta di 4.200 esuberi. “Ma tutti i lavoratori prendono uno schiaffo- prosegue il sindacalista- perché oltre a saltare il contratto integrativo, chi non perderà il lavoro sarà assunto da Am Investco attraverso il jobs act, perdendo ogni tutela e anzianità di carriera e con salari tagliati. E come se non bastasse, saranno i nuovi proprietari a scegliere chi resterà e chi andrà a casa”. Per Manganaro, “chiaramente questa lettera è stata scritta dalla nuova proprietà e il governo succube ha detto ‘sì, signore’. Tra l’altro con tutti questi esuberi vuol dire che salteranno anche delle produzioni“.

“VIOLATE DUE LEGGI DELLO STATO”

Con questo piano, il sindacalista sottolinea che non vengono rispettate due leggi dello Stato: “La prima- spiega- è quella che dice che la cessione di un ramo d’azienda deve vedere il passaggio di tutti i lavoratori alla nuova proprietà alle stesse condizioni economiche. La seconda è l’accordo di programma del 2005 per Genova che preserva 1.500 posti di lavoro. Che cosa le scriviamo a fare le leggi?”.

A GENOVA LUNEDI’ PRESIDIO ALL’ALBA E CORTEO

Lunedì mattina all’alba i lavoratori si riuniranno in assemblea davanti ai cancelli della fabbrica per poi recarsi in corteo verso il centro città. Ed è anche abbastanza probabile che successivamente scatti l’occupazione della fabbrica. I sindacati chiamano a raccolta istituzioni e cittadini. “E’ uno schiaffo alle istituzioni e a tutta la città– prosegue il sindacalista- la città deve schierarsi intorno al lavoro come ha già fatto in passato”. A questo punto per Manganaro risulta inutile anche l’incontro di lunedì a Roma. “Sarei dovuto andare con il segretario della Camera del Lavoro, Ivano Bosco- spiega- ma a questo punto che cosa ci andiamo fare? Lunedì resteremo a Genova, al fianco dei lavoratori. Non mi presento certo al ministero per essere preso in giro. Questa è una trattativa con una pistola già puntata alla testa”.

di Simone D’Ambrosio, giornalista professionista

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