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Ragazzo accoltellato a Napoli, l’esperto: “Non è bullismo”

Secondo lo psicoterapeuta dell'età evolutiva Federico Bianchi di Castelbianco si tratta di "un episodio di violenza distruttiva dell'altro, inaccettabile"

Pubblicato:06-10-2016 14:48
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:08

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istituto-teresa-confalonieri_napoliROMA – In una scuola media di Napoli un quattordicenne sarebbe stato ferito da una coltellata durante una lite con un compagno di classe. La discussione sarebbe nata all’esterno della scuola, l’Istituto comprensivo Teresa Confalonieri, in vico San Severino, nel cuore del centro storico di Napoli. Subito soccorso dai commercianti della zona, il ragazzo, in gravi condizioni, è stato portato all’ospedale Loreto Mare e trasferito, d’urgenza, in sala operatoria perché colpito all’emitorace sinistro.

“Questo episodio di violenza non solo sconvolge gli operatori della scuola e i genitori tutti, ma bisogna riflettere che non è più un episodio di bullismo, come potrebbe essere definito, ma è un episodio di violenza distruttiva dell’altro, grave e inaccettabile, che speriamo resti unico. Ma abbiamo tutti il timore che possa ripetersi”. Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva e direttore dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), interviene così sulla vicenda.

“L’immagine che ci viene immediata- continua Castelbianco- è dall’altra parte dell’Oceano. Ed il riferimento non è agli ultimi episodi di ragazzi che vanno a scuola per sparare, che è altra cosa, ma di ragazzi che nelle scuole statunitensi 20 anni fa andavano con il coltello. Un fenomeno questo che era tanto diffuso da installare i metal detector negli istituti”. Per lo psicoterapeuta “non è possibile accettare che la scuola debba mettere i metal detector, però non è neanche accettabile che episodi del genere si possano ripetere”.


Il criterio “è che, per poter intervenire e prevenire certe situazioni, bisogna avere maggiore conoscenza dei ragazzi e aiutarli, prima che avvengano questi eventi, a rientrare in un comportamento civile e questo intento si ottiene sviluppando varie azioni diverse”. Tra queste, “la prima è che nelle scuole ci sia uno sportello psicologico e la seconda che ci sia un docente in stretto collegamento con il quale si possa intervenire in modo preventivo”.

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