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‘Tarantella ribelle’, il disagio giovanile cantato dagli Mbl

ROMA - "Gli sogni d'gli giovan' so fatt' d' progett', persa la speranza, stann' dent' a nu' cassett'".

Pubblicato:06-10-2015 15:56
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:36

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ROMA – “Gli sogni d’gli giovan’ so fatt’ d’ progett’, persa la speranza, stann’ dent’ a nu’ cassett'”. Sono fatti di progetti i sogni dei giovani tutti, che siano ciociari, milanesi, siciliani o napoletani. E che oggi incontrano “disagi” e “difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro”. A raccontare gli uni e le altre è Benedetto Vecchio, un apprezzato cantautore (“mi chiamano cantastorie”) ciociaro, nativo di Colle San Magno, a due passi da Piedimonte San Germano e da Cassino. Un luogo, in quel basso Lazio, che per mille e uno motivi fatica a dare spazio a giovani e meno giovani, a garantire quel lavoro che oggi garanzia non lo è più. Benedetto Vecchio da oltre 30 anni racconta, musica, descrive la sua terra: ne tratteggia l’anima, lo spirito, l’amore e le difficoltà, la storia e il presente. Dopo un debutto da solista nel 1997 con l’album ‘La Voce dei Briganti’, ha dato vita al progetto MBL, Musicisti del Basso Lazio, gruppo di artisti che mette insieme passione e musica, con grande qualità, per recuperare quella identità propria del sud del Lazio. Gli MBL sono stati capaci di riprendere quei suoni popolari del centro Italia per reiventarli a modo loro, creando una sorta di folk moderno: dalla ballarella al saltarello ‘mischiati’ a sonorità moderne. ‘Tarantella Ribelle’ è l’ultimo album di Benedetto Vecchio con gli MBL, il sesto per l’esattezza. Il disagio dei giovani, le storie sul brigantaggio sono musicate con le sonorità che li contraddistinguono.

“Questo disco parla e deve parlare di un disagio sociale e di un qualcosa che deve cambiare- ha raccontato a Diregiovani.it a margine della presentazione dell’album in un monastero a Castrocielo, tra Colle San Magno e Piedimonte San Germano, provincia di Frosinone- I ragazzi hanno bisogno di futuro e speranza”. Tarantella Ribelle “nasce dall’esigenza di una giustizia sociale: già nel passato, quando l’ingiustizia sociale aveva creato reazioni c’erano stati casi di brigantaggio post unitario- spiega Vecchio, studioso di storia sociale oltre che musicista- soprattutto qui nella ‘terra di mezzo’. Questo era un territorio di brigantaggio”. Ai tempi anche di personaggi come “Fra’ Diavolo” e con i francesi arrivati da queste parti “nel 1789, quando gli occupanti si sono comportati in modo violento”. Se la canzone Tarantella Ribelle, che dà il nome all’album, racconta del disagio sociale. C’è poi una traccia che fa riferimento al brigantaggio “‘Michelina’, che ho scritto nel 2002, dedicato a questa figura di una donna bella e fedele al suo uomo e legata alla sua terra”.


Benedetto Vecchio prende spesso spunto dai racconti di famiglia, dei nonni o di paese nel raccontare storie così affascinanti, legate anche a personaggi come il brigante Colamattei. “Nell’immaginario dei ragazzi di paese soprattutto, il brigante viene visto come una figura leggendaria, quasi fiabesca che combatteva i dominatori- racconta- Come mi considero? Tanti anni fa mi avevano chiamato cantastorie. Ed è la verita, mi piace raccontare in musica storie di queste terre. Come facevo già da bambino”. Infine, una battuta ancora sull’ultimo album realizzato con gli MBL: “Con Tarantella Ribelle faccio un confronto tra storia, storia del brigantaggio e attualità. I giovani non hanno futuro e potrebbero pensare di intraprendere strade violenze e di ribellioni verso politica assente, verso chi è insensibile verso il dolore di famiglie e dei ragazzi“.

di Adriano Gasperetti

Giornalista professionista

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