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Sanità, in Italia 15-16mila bambini soffrono di diabete – Guarda la VIDEOINTERVISTA

ROMA - "Quando devo presentare i numeri del diabete in Italia, dico sempre che parlare di tre milioni

Pubblicato:06-10-2015 13:34
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:36

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ROMA – “Quando devo presentare i numeri del diabete in Italia, dico sempre che parlare di tre milioni e mezzo di cittadini con questa patologia è certamente un numero formalmente corretto, ma che non descrive bene cosa vuol dire il diabete. Dietro questo numero, infatti, c’è un gigante con due gambe e la prima, senz’altro, è quella del diabete in età infanto-giovanile: in Italia abbiamo all’incirca tra i 15-16mila bambini col diabete. Si tratta della patologia cronica più diffusa e importante numericamente dell’età infantile”. Così Salvatore Caputo, presidente di Diabete Italia, intervistato dalla Dire a margine dell’incontro ‘Col diabete puoi…’, promosso da Diabete Italia e Coordinamento Associazioni diabetici Lazio Cladiab, con il supporto di Abbot. L’evento si è svolto oggi presso la sala Tirreno della Regione Lazio.

“Queste cifre- ha proseguito- su un totale di tre milioni e mezzo possono sembrare una goccia nel mare, ma l’impatto che il diabete ha non solo sui bambini, ma anche e soprattutto sui due genitori, è identico da un punto di vista emotivo, sociale ed economico a quello che si verifica nei restanti affetti da questa patologia. Basti pensare ai genitori che hanno dovuto licenziarsi da lavoro per poter somministrare l’insulina ai propri figli a scuola. L’Italia su questo problema- ha sottolineato- ha dei comportamenti da Paese di terzo mondo e le associazioni dei genitori di bambini con diabete stanno portando avanti una battaglia incredibile, per far approvare finalmente delle normative che consentano al personale della scuola di poter somministrare i farmaci a scuola. Insomma, si tratta veramente di una fatica di Sisifo”.


Le tre grandi patologie croniche, diabete, epilessia e asma, secondo Caputo hanno attualmente “un progetto normativo bloccato nei veti incrociati della nostra burocrazia- ha concluso- e questo non fa onore al nostro Paese”.

di Carlotta Di Santo – giornalista professionista

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