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In Italia 3,6 milioni di persone soffrono di diabete

Si stima che nel 2030, nel nostro Paese, le persone diagnosticate con questa patologia saliranno a oltre 6 milioni

Pubblicato:06-10-2015 11:23
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:36

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ROMA – E’ in costante crescita in tutto il mondo, ed è destinato a diventare la principale causa di disabilità e mortalità nei prossimi venti anni. Il diabete è oggi una tra le patologie più diffuse e rappresenta la quarta causa di morte, con 4,9 milioni di decessi nel 2014 (1 ogni 7 secondi).

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Attualmente sono 387 milioni le persone che vivono con il diabete (circa l’8,3% della popolazione), mentre il numero di persone diabetiche nell’Ue è di 52 milioni (circa l’8%della popolazione), con un tasso di incidenza che continua a crescere ogni anno. Quanto all’Italia, invece, sono 3,6 milioni le persone con diabete (pari al 6,2% della popolazione) e si stima che nel 2030, nel nostro Paese, le persone diagnosticate con questa patologia saliranno a oltre 6 milioni. Sono alcuni dei dati emersi nel corso dell’incontro ‘Col diabete puoi…’, promosso da Diabete Italia e Coordinamento Associazioni diabetici Lazio Cladiab, con il supporto di Abbot. L’evento si è svolto oggi presso la sala Tirreno della Regione Lazio. “Il costo medio per paziente con diabete è di circa 2.600-3.100 euro l’anno- hanno fatto sapere dall’incontro- circa il 10% della spesa sanitaria nazionale, più del doppio rispetto a persone di pari età e sesso ma senza diabete. Gran parte dei costi associati al diabete sono dovuti al trattamento delle complicanze e alle ospedalizzazioni (circa il 60% dei costi complessivi), a cui vanno aggiunti quelli derivanti da perdita di produttività, pensionamento precoce, disabilità permanente e altri costi indiretti”.


Intanto, dall’incontro è ancora emerso che un milione di persone ha il diabete “ma non è stato diagnosticato (1,6% della popolazione), mentre 2,6 milioni di persone hanno difficoltà a mantenere le glicemie nella norma, una condizione che nella maggior parte dei casi prelude allo sviluppo del diabete di tipo 2 (4,3% della popolazione)”. Negli ultimi venti anni, ha spiegato quindi Salvatore Caputo, presidente di Diabete Italia, sono stati compiuti “grandi passi avanti nella cura di questa patologia, nonostante ciò il diabete rimane una malattia che va ad incidere sul vissuto quotidiano di chi ne è affetto. Il paziente diabetico, infatti, deve continuamente controllarsi sia rispetto alla propria alimentazione sia all’attività fisica svolta, oltre a dover instancabilmente porre attenzione ai livelli di glicemia attraverso un monitoraggio e un autocontrollo costante”. È proprio il livello di controllo glicemico, però, a non essere oggi ancora soddisfacente. Ha sottolineato ancora Caputo: “Basti pensare che per un diabetico su due la puntura del dito è un buon motivo per non testarsi e che la maggioranza delle persone con diabete non misura regolarmente la glicemia. Questo lo espone quindi a complicanze e a crisi ipo e iperglicemiche, che comportano in molti casi il ricorso alle strutture ospedaliere- ha concluso- con un notevole impatto sui costi sanitari”.

di Carlotta Di Santo

Giornalista professionista

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