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Vaccini, Magi (Omceo Roma): “Con autocertificazione serio rischio denunce penali”

Antonio Magi, presidente dell'Ordine, commenta all'agenzia Dire il nuovo dietrofront della maggioranza di Governo

Pubblicato:06-09-2018 14:11
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:31

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ROMA – “Rimettere in moto l’autocertificazione per i vaccini crea difficoltà” e poi c’è il rischio che scoppi il problema “delle denunce penali, perché se l’autocertificazione è falsa diventa un reato penale”. Così Antonio Magi, presidente dell’Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri, commentando con l’agenzia Dire il nuovo dietrofront della maggioranza di Governo che adesso riconsidera valida l’autocertificazione sui vaccini per garantire l’ingresso a scuola dei bambini. 

“Era invece di buon senso mantenere momentaneamente l’obbligo e nel frattempo trovare delle soluzioni. In questo modo invece- ripete Magi- si rimette tutto in discussione, anche se gran parte delle Regioni hanno già messo dei paletti richiedendo la certificazione del centro vaccinale”. Nel Lazio “i pediatri di libera scelta potranno vaccinare i bambini nei loro studi. L’assessore D’Amato ha confermato che l’anagrafe vaccinale è pronta e il pediatra che vaccina può inserire il nome del bambino all’interno del sito della Regione per garantire certezza e contezza della copertura acquisita”. 


Il nodo quindi rimane la copertura vaccinale. “Si pensa che alcuni bambini siano vaccinati, ma in realtà non lo sono”, ricorda Magi, intervistato anche da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus. “Penso a quando con il decreto in molti sono corsi a vaccinarsi dando vita a lunghe liste di attesa”. Rivolgendo l’attenzione alle famiglie, Magi conclude: “Le persone devono prendere coscienza, bisogna educarle. Non in tutti i Paesi vige l’obbligatorietà, ma in Italia per far rispettare le cose spesso bisogna renderle obbligatorie. Manca la coscienza di fondo sul bene comune e il vaccino è un bene comune- chiarisce- il problema è cercare di non far ammalare gli altri oltre che se stessi. È un fatto di coscienza e di educazione civica, una cosa da insegnare a scuola”.

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