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Lorenzin: 60 miliardi persi per la contraffazione. Sequestri per 57 milioni di euro

"La contraffazione fa perdere all'Italia circa 60 miliardi

Pubblicato:06-07-2015 09:34
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:25

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beatrice lorenzin“La contraffazione fa perdere all’Italia circa 60 miliardi di euro”. Ad affermarlo è il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, durante la presentazione a Roma di ‘Fighting food crime, enforcing food safety’, l’evento internazionale dedicato al tema delle frodi alimentari, previsto per il prossimo 9 e 10 luglio all’Expo di Milano. Il fenomeno appare consistente: 49 mila i controlli, e beni sequestrati per 57 milioni di euro “nell’ambito di manovre che- come ha spiegato il viceministro delle Politiche Agricole, Alimentari e forestali, Andrea Olivero -rientrano nelle attività di contrasto alla contraffazione alimentare svolta nel corso dell’anno passato e nel primo semestre 2015, che dobbiamo proseguire sia in Italia che all’estero”. Un passo in avanti che il viceministro considera “straordinario, ma naturalmente si tratta di un lavoro in evoluzione. Questa attività di intelligence, insieme a norme che oggi riteniamo sufficientemente efficaci, sono l’unica strada per combattere le agro-mafie, vera e propria delinquenza organizzata”. Strategia alla quale bisogna aggiungere, secondo il ministro Lorenzin,  “strumenti di ispezione potenziati per Nas, Ministero e forze dell’ordine in generale.” Questi attori “devono lavorare in modo sempre più integrato”.

Il fenomeno peraltro sembra fortemente percepito dagli italiani. Il 65% è convinto che la crisi abbia fatto aumentare le irregolarità e quindi i crimini alimentari, mentre addirittura il 12% dichiara di esserne stato vittima. A rivelarlo è un’indagine Coldiretti/Ixe, preoccupazioni confermate da un ulteriore dato: tra il 2008 e il 2014, le frodi risultano aumentate del 183%.

In Europa, a tuttoggi, non esiste un reato di frode alimentare. beatrice_contraffazionePerò esiste a livello dei singoli stati, “tra i quali- aggiunge il viceministro Olivero- oggi c’è un’intesa molto forte, che nei mesi scorsi abbiamo rafforzato sotto il profilo operativo”, ottenendo anche la possibilità che “su nostra indicazione, ci segnalassero la presenza di quei prodotti che richiamano l’italianità ma che italiani non sono”. In passato, ha ricordato “ci siamo dovuti scontrare con vari Paesi che non volevano lo stesso livello di qualità che il nostro Paese manifesta, a livello di riconoscibilità e tracciabilità del prodotto. Negli ultimi anni però il segnale da parte dell’Europa è cambiato: c’è maggiore attenzione sia alla tutela del consumatore, ma anche a quella delle imprese rispetto al fatto che venga riconosciuta la qualità del prodotto che immettono sul mercato”.


“D’altronde- ha concluso il ministro- da maggiori controlli derivano non solo maggiore sicurezza alimentare per i cittadini, ma anche affidabilità“.

di Carlotta Di Santo – Giornalista Professionista

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