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Jobs Act. Lotti: Con Legge Carlotta più diritti ai malati gravi del settore privato

"Realizziamo un sogno: estendere a tutti i lavoratori

Pubblicato:06-07-2015 08:53
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:25

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luca lotti“Realizziamo un sogno: estendere a tutti i lavoratori privati colpiti da malattie gravi quegli stessi diritti che hanno i lavoratori pubblici”. A dichiararlo è Luca Lotti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, a margine della presentazione a Firenze della ‘Legge Carlotta‘, decreto attuativo del Jobs act numero 176, che introduce le esenzioni alla visita fiscale per i malati gravi del settore privato.

Dopo l’approvazione del decreto, verrà quindi modificato il decreto attuativo della legge 638/83 che stabilisce orari e modalità di rispetto delle fasce di reperibilità. “I decreti attuativi- sottolinea Lotti- stanno riorganizzando tante problematiche, piccole o grandi, del mondo del lavoro. Anche questo è riforma del mondo del lavoro. Significa cambiare la vita dei cittadini”. Per il sottosegretario, infatti, del Jobs act “si parla solo in termini negativi e in maniera polemica. Questa invece è una piccola cosa, semplice ma molto importante”.

A fianco di Lotti anche Federico Gelli, responsabile sanità del Partito democratico: “Pensiamo che a settembre diventerà a tutti gli effetti legge dello Stato”. Così come la protagonista di questa storia, a cui si deve il nome della legge, Carlotta Filardi: “Sono molto del fatto che dal mio caso isolato si possa far giustizia per tante persone”.


Il caso di Carlotta: nei primi mesi del 2015 l’opinione pubblica è venuta a conoscenza, grazie ai media, del caso di Carlotta Filardi, una lavoratrice del settore privato, malata oncologica, a cui l’Inps ha comminato una sanzione di 3.000 euro perché non era stata trovata in casa durante la visita fiscale di accertamento del suo stato di malattia, poiché impegnata in una seduta chemioterapica. Di fronte quindi a un grave stato di malattia che costringe suo malgrado il lavoratore a doversi assentare anche negli orari di reperibilità vi è un’oggettiva condizione di svantaggio di alcuni lavoratori rispetto ad altri: una discriminazione determinata unicamente dalla natura del datore di lavoro, privato invece di pubblico. Infatti mentre i lavoratori del settore pubblico hanno diritto a un’esenzione dalla reperibilità in caso di malattie gravi, lo stesso diritto non è garantito ai lavoratori del settore privato, che sono tenuti alla presenza. Da qui l’introduzione, all’interno della discussione sul Jobs act di nuove regole che stabiliscano le cause di esenzione dalle visite fiscali anche per i lavoratori del settore privato attraverso la modifica della normativa del 1983, che a sua volta rimanda a un decreto attuativo del 1986.

di Diego Giorgi – Giornalista

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