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In Italia la diffusione dell’Aids non cala, a Milano il record negativo

Lo afferma Antonella Castagna, docente di malattie infettive dell'Università San Raffaele di Milano e presidente Icar

Pubblicato:06-06-2019 17:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:23
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MILANO – “In Italia, a differenza di altri Paesi, l’epidemia non accenna a diminuire”. Lo afferma Raffaella Castagna, docente di malattie infettive dell’Università San Raffaele di Milano e presidente Icar, oggi a margine del Congresso nazionale Italian conference on Aids-Hiv and antiviral research, ‘Icar 2019’ che si chiuderà domani all’Università di Milano.


“Nell’ultimo anno abbiamo avuto più di 3.500 nuove diagnosi di Hiv-Aids”, spiega Castagna, aggiungendo che “Milano è la capitale della ricerca ma purtroppo anche la capitale dove si registrano il maggior numero di nuove infezioni, più di 400 nell’ultimo anno”. L’obiettivo, continua l’esperta, “è quello di ridurre il numero di nuove infezioni, frenare l’epidemia”, precisando che “stiamo aderendo al progetto europeo delle Fast Track Cities initiative (Ftci), che include Milano e al quale si sta aggiungendo Bergamo”. Il target di Ftci quello “di ridurre a zero il numero delle nuove infezioni”.
Sulle comunità più a rischio, Castagna indica “uno scenario eterogeneo”, precisando che “in città come Milano e Roma la popolazione più colpita è sicuramente quella giovanile e di orientamento omosessuale”. Sul fronte delle terapie, continua l’infettivolga “nuovi farmaci stanno arrivando nelle prossime settimane”. Sono farmaci di varie tipologie, inclusi quelli per i pazienti multi-resistenti con poche opzioni terapeutiche, che “con meccanismi diversi riescono a impedire che il virus entri nella cellula e quindi possono essere uno strumento valido di terapia”.

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