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Ambiente, Vito firma il protocollo per le linee guida in difesa delle coste

ROMA - E' stato sottoscritto oggi a Roma dal sottosegretario all'Ambiente

Pubblicato:06-04-2016 17:42
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:31

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coste erosioneROMA – E’ stato sottoscritto oggi a Roma dal sottosegretario all’Ambiente Silvia Velo il protocollo d’intesa tra il Ministero e le Regioni rivierasche italiane che sancisce la nascita del Tavolo di lavoro nazionale a cui è affidato il compito di formulare le linee guida per la difesa della costa dai fenomeni di erosione e dagli effetti dei cambiamenti climatici. A sottoscrivere il protocollo per la Regione Friuli Venezia Giulia è stata l’assessore regionale all’Ambiente Sara Vito che ha espresso soddisfazione per “la formalizzazione del Tavolo nazionale, che è di fatto già attivo e ha iniziato a lavorare producendo i quattro allegati tecnici al protocollo firmato oggi, e che permetterà di inquadrare la tematica nel suo contesto complessivo garantendo omogenee attività di tutela e di intervento a livello nazionale”
Il lavoro del Tavolo Nazionale, della cui cabina di regia fanno parte il sottosegretario Velo, le due direzioni generali per la Salvaguardia del territorio e delle acque e della Protezione della natura e del mare, l’ISPRA, Istituto superiore per la ricerca e la protezione dell’ambiente e le direzioni generali delle Regioni costiere (oltre a FVG, Abruzzo, Liguria, Sardegna, Sicilia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Molise, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Toscana e Puglia), si svilupperà su queste tematiche principali: stato dell’arte sulla dinamica dei litorali e il fabbisogno di sedimenti; ricognizione e analisi delle opere di difesa e delle misure di mitigazione; metodi innovativi per la valutazione della disponibilità dei sedimenti; inquadramento normativo e linee di azione comuni per la gestione sostenibile della fascia. Il cronoprogramma stabilisce che la stesura delle linee guida con gli allegati tecnici definitivi siano pronti entro quest’anno.
L’erosione costiera è il risultato diretto e indiretto di alterazioni del ciclo dei sedimenti, determinate sia da cause naturali che antropiche: tra queste vi sono, ad esempio, gli invasi artificiali, le escavazioni incontrollate in alveo, le sistemazioni idraulico-forestali e la perdita del sedimento trattenuto lungo i tratti terminali dei fiumi in sovralluvionamento a causa della mancata manutenzione. Il ridotto apporto dei sedimenti al mare, accanto all’irrigidimento dei litorali associato alle attività antropiche, determina cambiamenti nelle spiagge emerse e sommerse e la conseguente instabilità dei litorali.
L’ultimo studio, svolto dal ministero dell’Ambiente nel 2006, mostrava come lo stato di erosione delle coste italiane fosse in forte evoluzione e come il 24% della linea di costa riferita al 2000 risultasse in arretramento.
In Friuli Venezia Giulia la lunghezza complessiva delle coste è pari a 93 km, dei quali 52 km individuati come “costa bassa” e 27 km come “costa alta”. Le aree portuali e le coste artificiali, denominate “costa fittizia”, hanno invece una lunghezza di circa 14 km. Si tratta di dati che sono presentati nella bozza delle Linee guida nazionali per la gestione della dinamica costiera, oggetto del Protocollo d’intesa, e va segnalato che per la regione l’analisi delle tendenze evolutive della linea di riva e delle aree in erosione ed in accumulo partono dal 1954, mentre le aree relative alle spiagge emerse sono cartografate nella Carta Geologico Tecnica (CGT) regionale.

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