NEWS:

Il 21 aprile nuova illuminazione al led al Foro romano

Torneranno di nuovo a splendere l'arco di Settimino Severo, la colonna di Foca, la Curia e tutti gli altri monumenti di competenza della Soprintendenza statale

Pubblicato:06-04-2016 15:01
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:31

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

Fori Imperiali_foro_romano

ROMA – Il 21 aprile torna la luce al Foro romano. A cinque anni e mezzo dal precedente progetto di illuminazione della grande area archeologica centrale, e a un anno di distanza dall’accensione dell’impianto di illuminazione ai Fori imperiali, dall’altra parte della strada, sotto la direzione del premio Oscar Vittorio Storaro, torneranno di nuovo a splendere l’arco di Settimino Severo, la colonna di Foca, la Curia e tutti gli altri monumenti di competenza della Soprintendenza statale.

illuminazione foro romano


Il progetto è stato pensato, voluto e finanziato dalla Soprintendenza per il Colosseo, il Museo nazionale romano e l’Area archeologica centrale e realizzato da Acea attraverso la posa di nuovi faretti a risparmio energetico al led. Il precedente impianto di illuminazione del Foro era stato acceso nel dicembre 2010, ma già dopo pochi anni era stato progressivamente abbandonato. Le luci erano calate e il Foro era tornato un vero e proprio buco nero nel centro di Roma. Poi, l’anno scorso l’ex sindaco Ignazio Marino volle riaccendere le luci ai Fori Imperiali, di competenza comunale. Ancora qualche giorno e torneranno le luci anche nell’area centrale. In attesa di quelle al Colosseo legate al restauro targato Della Valle.

Oltre all’arco di Settimino Severo, la colonna di Foca e la Curia torneranno ad essere illuminate anche le colonne del tempio di Saturno, l’arco di Tito, il tempio dei Dioscuri, meglio noto come di Castore e Polluce, il tempio di Antonino e Faustina e la statua Atrium Vestae. Il progetto oltre ad essere finanziato da Acea ha ricevuto un contributo da parte di Mondadori-Electa.

di Emiliano Pretto, giornalista professionista

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it