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Autismo, dal diametro della pupilla si può conoscere la nostra personalità

È quello che ipotizza una ricerca guidata da Paola Binda, ricercatrice dell'Universita' di Pisa, condotta insieme a Marco Turi della Fondazione Stella Maris Mediterraneo e al professor David Burr, docente dell'Universita' di Firenze

Pubblicato:06-03-2018 17:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:35

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ROMA – Il diametro della pupilla rivela i tratti della nostra personalita’. È quello che ipotizza una ricerca guidata da Paola Binda, ricercatrice dell’Universita’ di Pisa, condotta insieme a Marco Turi della Fondazione Stella Maris Mediterraneo e al professor David Burr, docente dell’Universita’ di Firenze (nella foto). Lo studio e’ stato pubblicato sulla rivista internazionale ‘eLife’ e dimostra come le fluttuazioni del diametro pupillare, durante la visione di un semplice stimolo visivo, siano altamente predittive dei tratti di personalita’ di tipo autistico. In questo primo stadio, la ricerca ha coinvolto un gruppo di giovani adulti i cui tratti autistici si posizionavano nella gamma ‘sub-clinica’, in assenza, cioe’, di un disturbo diagnosticato.

Personalita’ diverse tendono a percepire la realta’ in modo lievemente, ma sistematicamente diverso

Partendo dal presupposto che personalita’ diverse tendono a percepire la realta’ in modo lievemente, ma sistematicamente diverso, lo studio ha dimostrato che il diametro delle nostre pupille tradisce il contenuto della nostra percezione, quello che vediamo e come lo vediamo.


La conseguenza, potenzialmente rivoluzionaria, e’ che affiancando i test di personalita’ con un parametro obiettivo, che si misura in millimetri, il diametro pupillare potrebbe fornire indicazioni sulla nostra personalita’

“C’e’ crescente interesse nello studio della pupilla da quando noi, insieme ad altri laboratori- racconta Binda- abbiamo dimostrato che il diametro pupillare riflette fedelmente cambiamenti del nostro stato di interesse, attivazione o attenzione. Naturalmente, la pupilla si costringe alla luce e si dilata al buio. Tuttavia, piccole fluttuazioni del diametro accompagnano spostamenti dell’attenzione: ad esempio, le pupille si costringono quando ci focalizziamo su oggetti piu’ luminosi nel nostro campo visivo, e si dilatano se ci focalizziamo su oggetti piu’ scuri”. Aggiunge Turi: “Il comportamento delle pupille dei nostri pazienti ci puo’ dunque aprire una finestra sulla loro attenzione e percezione. Ogni individuo ha una diversa tendenza a focalizzare la propria attenzione su oggetti diversi; per esempio, c’e’ chi tende ad avere una visione globale e chi si focalizza sul dettaglio. Queste tendenze si accompagnano in modo sistematico ai tratti di personalita’, in particolare lungo lo spettro autistico, che abbraccia sia la popolazione con sviluppo cosiddetto tipico sia i pazienti con un disturbo diagnosticato”. Il prossimo passo, quindi, sara’ misurare il comportamento delle pupille “durante il nostro test nella popolazione clinica, che dovrebbe mostrare fluttuazioni di pupilla ancora piu’ grandi rispetto ai partecipanti di questo studio. L’obiettivo e’ ambizioso, ma potrebbe avere un grande impatto- conclude Burr- e aiutare i clinici nel trovare un marcatore efficace e precoce dei disturbi dello spettro autistico”.

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