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Incubo finito a Reggio Emilia: rilasciati i 4 ostaggi, Amato si è consegnato

Francesco Amato è stato condannato a 19 anni. La trattativa va avanti da 5 ore, parla la nipote: "Non è cattivo"

Pubblicato:05-11-2018 11:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:45

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REGGIO EMILIA – Dopo quasi otto ore di “assedio”, Francesco Amato ha rilasciato i quattro dipendenti dell’ufficio postale tenuti in ostaggio a Reggio Emilia da questa mattina e si è consegnato alle Forze dell’ordine. E’ stato accolto da applausi ironici da parte di numerosi parenti ed esponenti della comunità calabrese di Reggio che hanno gridato: “Bravo Francesco, bravi voi che avete sconfitto la ‘ndrangheta”.

Stamattina il blitz nell’ufficio postale

Dopo la condanna a 19 anni arrivata mercoledì scorso al termine del maxiprocesso Aemilia contro la ‘ndrangheta, Amato si era sottratto alla cattura rendendosi irreperibile. Destinatario di un ordine di carcerazione, il 55enne è stato irreperibile fino a ieri, ma stamattina si è materializzato a sorpresa nell’ufficio postale della frazione di Pieve Modolena, minacciando di morte clienti e dipendenti con un coltellaccio da cucina di 35 centimetri.

Verso le 9.30, l’uomo si è presentato nei locali armato di coltello, minacciando la direttrice dicendole: “Io sono quello di Aemilia, condannato a 19 anni”. L’intera zona è presidiata dalla Polizia e la viabilità -l’ufficio postale è sulla strada per Parma- è dirottata verso altre direzioni dalla Polizia municipale reggiana. Sul posto, in mattinata, sono arrivati il questore di Reggio Antonio Sbordone e il prefetto Maria Forte. Schierati anche i reparti speciali dei Carabinieri.


Ci sono ostaggi

Al momento sono quattro i dipendenti dell’ufficio postale di Reggio Emilia tenuti in ostaggio con un coltello da Francesco Amato, condannato mercoledì scorso a 19 anni nel processo Aemilia contro la ‘ndrangheta. Sono la dirigente e tre dipendenti. Una quinta persona, una lavoratrice, è stata rilasciata dopo che aveva avuto un malore ed è stata trasportata via con l’automedica. I Carabinieri stanno trattando con Amato e a quanto si apprende l’uomo ha chiesto di parlare prima con il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, e poi con Matteo Salvini, il ministro dell’Interno.

Trattativa lunga e in stallo

Quando sono passate le 15, è ancora in stallo la lunga trattativa in corso da cinque ore a Reggio Emilia tra le forze dell’ordine e Francesco Amato. Sul posto anche alcuni familiari di Amato, convinti che stia mettendo in atto un gesto dimostrativo contro una condanna a suo dire ingiusta.

La nipote lo difende: “Non è una persona cattiva”

Non è una persona cattiva, non so cosa gli è saltato in mente, però 19 anni per due telefonate sono 19 anni”. E’ quanto afferma la nipote di Amato.

https://youtu.be/ElwhtpceHVQ

Sul posto il pm del processo Aemilia

A seguire sul posto l’evoluzione della vicenda anche Marco Mescolini, pm di Aemilia e nominato di recente nuovo procuratore capo di Reggio. Anche la deputata M5s Stefania Ascari, componente della commissione Antimafia, segue “con apprensione” il sequestro in corso alle poste di Pieve Modolena, frazione di Reggio.

La pentastellata si dice “vicina agli uomini in ostaggio e alle loro famiglie. Sostengo l’azione del prefetto e del procuratore capo, dei Carabinieri e dei poliziotti impegnati in queste drammatiche ore per evitare conseguenze più gravi. L’episodio merita una ferma condanna perché non diventi un pericoloso precedente”. E aggiunge: “Sempre più spesso la nostra regione è etichettata con la criminalità organizzata, un cancro da cui dobbiamo guarire al più presto. Confido che le forze dell’ordine possano presto assicurare alla giustizia Amato”.

Massima allerta, Viminale segue da vicino sviluppi

Massima allerta del Viminale che segue da vicino gli sviluppi della situazione a Modolena, Reggio Emilia, dove il latitante Francesco Amato, sfuggito al carcere dopo la condanna nel maxiprocesso Aemilia, tiene in ostaggio quattro persone nell’ufficio postale. Amato chiede di poter parlare con il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Anche il sottosegretario alla giustizia Vittorio Ferraresi segue “con preoccupazione e apprensione gli sviluppi della vicenda. Sono vicino agli ostaggi, alle famiglie e alle forze dell’ordine impegnate nella difficile operazione di trattativa”, scrive Ferraresi sui social.




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