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A Milano apre ‘Casa Emergency’ in via Santa Croce/VIDEO

Emergency lavora a Milano dal 2015 con un ambulatorio mobile che ha curato 4.500 persone

Pubblicato:05-09-2017 13:18
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:39

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Il sindaco Sala con Gino Strada

“Una buona iniziativa perché aiuta il Comune a recuperare degli spazi come la scuola di via Santa Croce che era abbandonata da molti anni, e al contempo si crea qualcosa per il bene di tutti. È la filosofia di Emergency, da sempre: solidarietà costante senza nessuna distinzione di razza, sesso, religione”. Il sindaco meneghino Beppe Sala ha commentato così la nascita a Milano di Casa Emergency. La nuova sede dell’organizzazione, in via Santa Croce 19, si presenterà alla città con tre giorni di eventi, in programma da venerdì 15 a domenica 17 settembre. Attività e progetti sono stati illustrati questa mattina a Palazzo Marino alla presenza del fondatore di Emergency Gino Strada e dalla presidente Rossella Miccio.

“Emergency lavora a Milano dal 2015 con un ambulatorio mobile che offre assistenza medica e servizi di orientamento sanitario qui in città e che ha garantito cure a oltre 4500 persone. Per rispondere ai bisogni delle fasce più vulnerabili della popolazione, nei prossimi mesi attiveremo uno Sportello socio-sanitario negli spazi di Casa Emergency, aperto a chiunque ne abbia bisogno“, ha detto Miccio. La ristrutturazione dell’edificio, circa 3.570 mq di superficie, è durata 14 mesi ed è costata circa 4,5 milioni di euro.

“Casa Emergency mostra come sia possibile il recupero di un bene Comune attraverso un percorso fatto di scelte eticamente orientate sia sul piano tecnico che su quello procedurale-metodologico”, ha spiegato Raul Pantaleo, architetto che ha curato il progetto. Questo perché “progettare il bene comune non è stato tanto nel disegno né nella sua concreta realizzazione- ha concluso Pantaleo- quanto piuttosto nell’ampliamento delle possibilità che individui e gruppi riconoscano, utilizzino e, soprattutto, vedano il progetto stesso come elemento generativo di altri beni comuni”.



di Nicola Mente, giornalista

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