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Italia-San Marino, Tancredi: “Preoccupa gestione crisi banche Titano”

SAN MARINO - Timori sulla gestione di crisi bancarie sammarinesi

Pubblicato:05-07-2017 16:35
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:29

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SAN MARINO – Timori sulla gestione di crisi bancarie sammarinesi da parte dell’Istituto di vigilanza della piccola Repubblica e dello stesso governo, ma anche sulla futura tassa discriminatoria per i frontalieri. Li riferisce Paolo Tancredi, capogruppo di Alternativa Popolare in Commissione Bilancio, anticipando l’invio di una lettera per sollecitare chiarimenti su questi temi al Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ai Ministri degli Esteri e dell’Economia, Angelino Alfano e Pier Carlo Padoan. La missiva verterà sullo sviluppo delle relazioni tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di San Marino e le rispettive banche centrali sui temi dell’economia, del credito e del lavoro e, chiaramente. Chiederà quindi lumi sull’operato di Banca centrale e del congresso di Stato, l’esecutivo sammarinese. Non sono citati gli istituti coinvolti, ma è chiaro il riferimento ad Asset Banca, finita in liquidazione coatta dopo diversi mesi di gestione in amministrazione straordinaria, provvedimenti messi in discussione dallo stesso Tribunale sammarinese. Così “non può che destare preoccupazione- spiega sintetizzando il parlamentare italiano- l’atteggiamento della Banca Centrale e dello stesso governo di San Marino nella gestione delle crisi bancarie”. Perciò “chiederò- chiarisce Tancredi- in virtù degli accordi presenti e futuri, che tra l’altro prevedono l’ingresso nella Ue di San Marino con l’annunciato appoggio del governo italiano, di monitorare sulle possibili asimmetrie nelle decisioni assunte nel percorso di risoluzione di alcuni istituti con una prevalente presenza di soci, investitori, dipendenti di nazionalità italiana”. Tancredi ripercorre così i trascorsi bilaterali nel settore finanziario: “In questi anni- spiega- i due Paesi si sono mossi verso un’armonizzazione delle norme e delle procedure al fine di perseguire trasparenza e reciprocità sulle politiche fiscali e del credito”.

L’accordo del 2014, ratificato dalla Legge 23 ottobre 2014 n. 160, “prospettava una grande apertura nei rapporti tra i sistemi bancari dei due Paesi- prosegue- a cominciare da temi come la lotta al riciclaggio, l’attività di prevenzione e contrasto agli abusi di mercato, il superamento della doppia imposizione fiscale fino ad arrivare a una auspicata integrazione delle attività di vigilanza sugli istituti, tra le due banche centrali, obiettivo assolutamente prioritario tanto più in un momento di accentramento delle attività di vigilanza a livello Europeo”. Ora “tale virtuoso percorso- ammonisce- rischia di essere messo in discussione da atteggiamenti che sembrano penalizzare interessi di investitori italiani”. Come alcune proposte normative rischiano parimenti di mettere in difficoltà i lavoratori italiani sul Titano. “Come riteniamo positiva la modifica della tassa etnica che discriminava i lavoratori italiani- ricorda il capogruppo di Ap- valutiamo assolutamente in contrasto con le buone relazioni tra i due Paesi l’introduzione nella prossima legge di sviluppo, di una nuova tassa discriminatoria per le aziende che assumono personale frontaliero”. E a riguardo: “Riteniamo non corretto- puntualizza infine- non aver trattato quest’ultimo tema nel recente incontro con il Ministro degli Esteri italiano, del segretario di Stato per gli Affari Esteri, Nicola Renzi, avvenuto lunedì scorso alla Farnesina.


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