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Bologna, caso di epatite A in un asilo nido

L'Ausl ha attivato un numero telefonico dedicato per operatori e genitori dei bimbi che frequentano l'asilo

Pubblicato:05-06-2017 14:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:18

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BOLOGNA – Segnalato un caso di epatite A in un asilo nido di Bologna. A essersi ammalato è un operatore della struttura. Lo rende noto l’Ausl, in un comunicato stampa, precisando che la pediatria di comunità ha già proposto “questa mattina ai genitori dei bambini iscritti, a scopo precauzionale, l’esecuzione del vaccino anti-epatite A per i figli. La stessa copertura vaccinale è stata messa a disposizione degli operatori del nido”. Le vaccinazioni saranno eseguite dopodomani, mercoledì 7 giugno, e venerdì 9. Riguardano nel complesso 63 bambini e 20 adulti. La vaccinazione, spiega l’Ausl, consiste in una prima dose, seguita da richiamo a distanza di 6-12 mesi e protegge dalla malattia fino a 30 anni dalla somministrazione. L’Ausl, che “monitora costantemente la situazione”, ha attivato anche un numero telefonico dedicato per operatori e genitori del nido coinvolto, per fornire tutti i chiarimenti del caso su malattia, profilassi e modalità di contagio.

Il vaccino antiepatite A, precisa ancora l’Azienda sanitaria, non è tra quelli obbligatori ma di norma viene indicata per chi deve recarsi in Paesi ad alta endemia o in zone con condizioni igieniche carenti, ma anche per emofiliaci, tossicodipendenti, chi soffre di una grave epatopatia cronica, per le persone esposte alla malattia per motivi professionali (ad esempio gli addetti al trattamento dei liquami) e per quanti convivono o sono venuti in contatto con malati di epatite A. Il vaccino contiene il virus inattivo, cioè non più in grado di replicarsi. “Gli adulti che vogliono eseguire il vaccino possono prenotare al Cup senza richiesta del medico- precisa l’Ausl- se la vaccinazione è per un viaggio all’estero, i genitori possono prenotare anche per i figli. In tutti gli altri casi, per i minori è sufficiente contattare la pediatria di comunità di riferimento”.

di Andrea Sangermano, giornalista professionista


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