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Mafia Capitale. Zingaretti: “Da noi nemmeno un centesimo a Buzzi e soci”

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Pubblicato:05-06-2015 08:31
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:22

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N. Zingaretti

N. Zingaretti

ROMA – “Ciò che sta emergendo è inquietante, l’inchiesta offre un quadro devastante di ciò che si muove o si è mosso in città”. Lo dice il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, in un’intervista pubblicata oggi sul ‘Corriere della Sera’ dopo i 44 arresti dell’inchiesta Mafia Capitale.

Quanto alla parte relativa alla Regione Lazio, il governatore spiega: “Non voglio minimizzare ma noi abbiamo bandito gare per 3 miliardi e 900 milioni e a quei ‘signori’ non è arrivato neanche un centesimo, non hanno proprio toccato palla”. Poi racconta le “cose fatte, e prima dell’ inchiesta: abbiamo fatto ruotare i dirigenti, istituito una centrale unica degli acquisti, avviato la collaborazione con Raffaele Cantone per le gare, digitalizzato i procedimenti amministrativi. Si può fare di più? Sì, certo: ma qui dentro non abbiamo giocato a briscola, abbiamo messo gli anticorpi contro certe pratiche. E hanno funzionato. Perché senza la nostra tensione per la legalità, senza il nostro impegno quotidiano, oggi, non so cosa sarebbe successo”.

Zingaretti quindi ricorda che “non ci sono assessori o membri della maggioranza indagati”. Sulla gara per il Cup c’è stato “un tentativo di turbativa che in ogni caso non ha dato frutti. E infatti questa è una certezza: a Buzzi e soci da noi non è arrivato neanche un centesimo. Venafro ha chiarito molto bene: ha interloquito con il capo dell’ opposizione, Luca Gramazio (arrestato ieri, ndr ) solo ed esclusivamente su un terreno politico. Ed era nelle sue funzioni l’interlocuzione con il centrodestra. Personalmente, nel rispetto del lavoro dei magistrati, sono convinto che sarà fatta chiarezza”.


E se nell’ordinanza il Gip parla di un ‘patto corruttivo’, Zingaretti replica “Non con noi, può esserci stata interlocuzione politica ma escludo patti corruttivi”.

Quanto a Guido Magrini, dirigente indagato, il governatore spiega che “proprio grazie alla rotazione, è stato messo a capo di un ufficio studi. Prima di noi era a capo del dipartimento Politiche sociali…”. Elisabetta Longo e Giovanna Agostinelli, conclude Zingaretti, “sembra siano indagate per delle dichiarazioni, e credo che abbiano chiarito. Io so che la centrale acquisti della Regione è stata un argine fondamentale contro i rischi di corruzione. E voglio ringraziare la procura perché con Giuseppe Pignatone sta facendo un lavoro importante per fare chiarezza e rafforzare la legalità nella pubblica amministrazione”.

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