NEWS:

Confiscato impero clan camorra a Roma: beni per 80 mln

ROMA - I Carabinieri del Comando Provinciale di Roma

Pubblicato:05-05-2016 11:38
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:40

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

carabinieri

ROMA – I Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno dato esecuzione ad un decreto di confisca dei beni emesso dal Tribunale di Roma nei confronti degli imprenditori Luigi, Antonio e Salvatore Righi e di Alfredo Mariotti, i primi tre arrestati dai Carabinieri di Roma nel gennaio 2014 nel contesto dell’indagine “Margarita” (meglio conosciuta come “Pizza Ciro”). Si tratta di 28 esercizi commerciali quali bar, ristoranti/pizzerie; 41 beni immobili; 385 rapporti finanziari/bancari; 76 veicoli; 77 società titolari di parte dei suddetti beni; 300mila euro di denaro contante rinvenuti nel corso delle operazioni. Il provvedimento si basa sull’accertata pericolosità sociale dei predetti soggetti, fondata sul loro coinvolgimento in traffici delittuosi gestiti dalla camorra napoletana. Dalle indagini dei Carabinieri, i fratelli Righi sono emersi, infatti, quali stabili riciclatori per conto della camorra napoletana, al servizio, in particolare, del clan Contini.

I beni confiscati, già sottoposti a sequestro di prevenzione nel 2014 su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, sono attualmente gestiti dagli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale. Le indagini dirette dalla Dda di Roma e condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno dimostrato che l’impero economico dei fratelli Righi, diventati proprietari di fatto di una holding di società attive nella gestione di numerosissimi ristoranti/pizzeria ubicati nelle principali vie di pregio del centro storico della Capitale, con un volume d’affari palesemente sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, veniva gestito con modalità illecite, mediante una rete di società intestate a prestanome, finalizzate al reimpiego e all’occultamento di ingenti risorse economiche di provenienza illecita.


Le indagini dei Carabinieri di Roma hanno infatti rivelato la vicinanza di Antonio Righi anche al clan Mazzarella, avendo egli svolto attività di riciclaggio e supporto logistico per conto di Oreste Fido, reggente del gruppo di Paolo Ottaviano operante in zona Mercato-Santa Lucia a Napoli, nonchè la vicinanza di Ivano Righi, figlio di Salvatore, al clan Amato-Pagano, cd. degli “scissionisti” di Secondigliano. A Napoli dopotutto, la famiglia Righi ha negli anni mantenuto delle basi operative rappresentate da alcuni locali e dal Centro Sportivo e dalla Società Sportiva “Mariano Keller”, titolare di una squadra di calcio attualmente militante nel campionato di Serie D girone H.

Il mondo del calcio delle serie minori è un settore in cui i Righi hanno nel tempo investito per impiegare le ingenti somme di denaro nero a loro disposizione e, in tale ambito, le indagini hanno svelato un intervento del clan Contini, su richiesta di Salvatore Righi, nei confronti di alcuni calciatori del Real Marcianise, affinchè perdessero un incontro con il Gallipoli Calcio che, a conclusione della stagione 2008/2009 del campionato di Lega Pro, girone B, aveva bisogno di una vittoria, effettivamente avvenuta, per accedere alla serie B. L’accertamento dell’affiliazione, quali concorrenti esterni, dei tre fratelli Antonio, Luigi e Salvatore Righi a clan camorristici napoletani ha determinato lo spostamento da Roma a Napoli della competenza giurisdizionale sul procedimento, con il conseguente invio degli atti alla Procura della Repubblica – Dda – di Napoli che, valutando il corposo quadro indiziario già acquisito dalla Dda e dai Carabinieri di Roma, peraltro suffragato dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, lo ha messo a sistema con i risultati di un più ampio lavoro investigativo sul clan Contini.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it