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Donne, parla Gessica Notaro: “Io viva per dare un senso a un massacro”

Parla la donna che nel 2017 fu sfregiata in volto dal suo ex, Eddy Tavares, condannato a 10 anni. E confessa di avere paura: "Quasi ogni notte penso al giorno in cui uscirà"

Pubblicato:05-04-2019 17:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:19
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ROMA – Gessica Notaro, sfregiata dall’acido dal suo ex Eddy Tavares, condannato a 10 anni, racconta a DireDonne la sua vita dopo l’aggressione di quel gennaio di due anni fa e spiega perche’ si riconosce nella definizione dell’“omicidio di identita’”.

“I genitori di tanti aggrediti come me riconoscono i loro figli solo dalla voce. Io sono stata molto fortunata per come sto reagendo agli interventi e per il grande lavoro che stanno facendo i medici. Tavares voleva distruggere la mia vita e la mia identita’“.

Gessica, una bellissima donna, ieri e oggi, dopo un calvario di interventi chirurgici, di bisturi su bisturi a ricostruire un volto che si era sciolto, il dolore a ogni alito di vento che lo sfiora, l’edema e il gonfiore, aveva deciso di rivolgersi alla polizia per proteggersi dallo stalking di quell’ ex che non aveva accettato la fine della loro relazione.


“E ora- spiega Gessica- devo subire che i suoi avvocati chiedano perizie sul mio viso e sapere che una foto al mare che ho postato sui social diventi nelle loro mani un elemento per chiedere la perizia. Una foto dove peraltro- osserva – sono ripresa da dietro, ma l’acido me l’ha gettato sul viso. Sono sopravvissuta a quell’aggressione Mi domando: ma bisogna punire la volonta’ di quest’uomo di distruggermi oppure il fatto che io sta recuperando deve corrispondere a uno sconto di pena per il mio carnefice?”. Anche perchè Gessica ha paura. Tavares in primo grado è stato condannato per lesioni e stalking. “So che non è finita e quasi ogni notte penso al giorno in cui uscirà”.

La donna aiuta tante altre donne, con diverse associazioni e centri antiviolenza, in passato anche con Doppia Difesa, ma anche nel suo privato di ogni giorno. “Alle donne dico che bisogna sempre denunciare per avere forza legale, ma e’ necessario proteggere le vittime con braccialetti elettronici come misura cautelare, altrimenti- spiega- diventa vana la denuncia, l’obbligo della distanza e l’ammonimento. Faccio fatica a dare torto alle donne che hanno paura di denunciare”.

Quanto al Codice rosso secondo Gessica Notaro è comunque uno strumento utile. “E’ come garantire a un paziente che arriva al pronto soccorso con un infarto di passare prima di chi ha codici meno gravi”. Da miss finalista e sportiva è stata catapultata in una vita di impegno e testimonianza per gli altri, dove non è la popolarità del nome a interessarle, ma “la giustizia, i risultati per altre donne, per dare senso a un massacro. Forse il cielo ha scelto me perche’ ho le spalle larghe”. Come tante vittime di violenza psicologica nelle storie che si sono rivelate fatali per la loro vita Gessica Notaro ha ricostruito nel tempo i “campanelli d’allarme” della sua relazione con Eddy. “Ero una ragazza libera– ricorda- non avevo veti e non mi aveva mai aggredito. Ma era un manipolatore, era un geloso e mi fumava in testa”. Un particolare che alla memoria le torna spesso e che racconta nelle sue testimonianze come se in quel fotogramma fosse custodita una profezia. “Non fumava in casa, perche’ io non volevo, ma appena mi addormentavo lo faceva. Se manca il rispetto nelle piccole cose, manchera’ anche nelle grandi. Nel quotidiano certe cose si tende a sminuirle”. Ha scelto di non seguire la rabbia per quanto le è accaduto. “Momenti di rabbia ci sono stati, ma mi faceva male, avrei provato piu rabbia, forse, se tutto questo fosse stato fatto a un mio caro. Invece è stato fatto a me e devo trovare un senso. La mia vita per salvarne altre”. Ma Gessica non vuole presentarsi come una donna forte. “Sono fragile e aiutare gli altri mi fa stare meglio“. Oggi la vita di Gessica è fatta di una lenta guarigione e di rinascita. “La chirurgia plastica non è finita, dovro’ essere operata per il naso, le cicatrici intorno alla bocca, le palpebre” ed e’ in attesa di un trapianto di cornea per tentare il recupero dell’occhio sinistro e “poi dovro’ iniziare quella estetica”. E scopriamo così che la medicina estetica per queste donne sfregiate non è sostenuta dal sistema sanitario nazionale, ma dalle loro tasche. Per Gessica Notaro il futuro non è qualcuno, ma qualcosa. “Vedere i risultati di questo mio impegno, accendere la tv e ascoltare storie diverse. Magari una vita come la mia- ha concluso- serve a salvarne cento”.

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