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Torna ‘Il restauro va a scuola’, alunni delle elementari in visita a Iscr/FOTO

Al via la seconda edizione dell'iniziativa che porta i bambini dentro i laboratori dell'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro

Pubblicato:05-04-2017 13:48
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:05

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ROMA – Non è mai troppo presto per imparare ad amare l’arte e scoprire i segreti della sua tutela. Lo sanno i bambini della quarta elementare che oggi hanno visitato a Roma i laboratori dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro (Iscr), diretto da Gisella Capponi. Il San Michele ha aperto le sue porte agli alunni della scuola Regina Margherita per la seconda edizione del progetto ‘Il restauro va a scuola‘, ideato e coordinato dalle restauratrici Iscr Silvia Checchi e Federica Di Cosimo, insieme a Costanza Longo e Manuela Zarbà. Con loro, le due classi hanno visto da vicino il lavoro degli esperti sulle opere curate dall’Istituto, si sono avvicinati alle grandi tele del Ciclo della Pesca di Umberto Coromaldi, ricoverate in quello che era il carcere maschile, hanno osservato al microscopio la struttura del legno e i danni provocati da funghi e termiti. “E’ il secondo anno che portiamo avanti questo progetto e notiamo un interesse in questi bambini di 8 o 9 anni veramente particolare- ha detto Capponi-. Un interesse legato alla conoscenza delle opere, al modo in cui sono fatte e anche a come si aggiustano. È davvero un’occasione importante per iniziare a instillare un’attenzione e una capacità di guardare che diventerà un loro bagaglio. Ho voluto fare questo progetto con bambini piccoli, perché questa è l’età migliore”.

Prima di entrare all’Istituto, guidati dalle restauratrici che anche quest’anno hanno confezionato per loro un manuale ad hoc, i piccoli hanno affrontato in classe le nozioni legate al restauro, dal concetto di degrado a quello di integrazione. “Abbiamo usato anche scene di alcuni film o cartoni animati– ha raccontato Zarbà- come per esempio la scena di ‘Ultima catastrofe’ in cui Mister Bean rovina un quadro e tenta di restaurarlo alla buona, oppure Toy story 2. Così, loro hanno trovato un aggancio che non gli fa scordare il concetto”. Durante le lezioni in classe le restauratrici hanno spiegato loro il significato di degrado, di minimo intervento e anche di riconoscibilità del restauro. “E qualcuna ha già detto che da grande vuole fare la restauratrice– ha detto la loro insegnante di Italiano, Caterina Di Tommaso- all’inizio c’era un po’ di resistenza da parte di qualche bambino, spaventato dai termini nuovi, poi l’entusiasmo è esploso già alla prima lezione“. Tante le domande e le curiosità che oggi gli alunni hanno rivolto agli esperti dei diversi laboratori, mentre lunedì le restauratrici torneranno in classe per la lezione finale. “La prima edizione è stata un’emozione insostituibile– ha detto infine Checchi- era una scommessa, mentre adesso siamo più preparati. Il senso di questo progetto è trasmettere loro l’amore per le opere. A maggio torneremo dal gruppo che abbiamo seguito lo scorso anno. Andremo con loro ai Musei Capitolini. E lì potranno guardare i risultati che può regalare il restauro”.

di Nicoletta Di Placido, giornalista professionista


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