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Crisi, in Toscana coop a -3,4%: “La Regione ci aiuti”

FIRENZE - La Regione Toscana è il fanalino

Pubblicato:05-04-2016 16:32
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:31

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lavoro

FIRENZE – La Regione Toscana è il fanalino di coda nella classifica delle imprese cooperative: è il dato “preoccupante” emerso stamani in occasione dell’assemblea regionale di Confcooperative Toscana, organizzata per eleggere i nuovi vertici dell’associazione. Nella regione infatti, sottolinea rispetto ad un dato nazionale che vede un incremento dell’1,5% nel 2015 rispetto al 2014, “si registra un dato fra i più negativi dell’intero Paese con un -3,4% con un decremento che arriva fino al 5,6% se lo si confronta con quello del 2008“. Il saldo delle cooperative attive si attesta nel 2015 a 3.835 coop, “minimo storico dal 2008, con dati particolarmente negativi, dal 2012 a oggi, nelle province di Prato (-15,4%) e Livorno (-10,1%)”. Al dato negativo delle 226 cooperative cessate si aggiunge una flessione del 22,3% delle nuove iscritte (che raggiunge picchi del – 49% nei territori di Lucca e Prato). E a diminuire sono proprio le nascite di cooperative femminili e giovanili.

donne lavoroL’incidenza delle coop femminili sale al 20,8%, ma solo per effetto statistico sullo stock di cooperative attive, mentre diminuisce non solo in termini assoluti ma anche in termini statistici l’incidenza nel quadriennio delle coop di giovani (dal 7, 8 al 6,9%). Aumenta invece l’incidenza delle coop di stranieri (dal 5,9% al 6,3% – a Firenze dal 7,9 a 9,1%). Nei diversi territori, nell’ultimo anno, solo tra Lucca e Massa Carrara si è avuto un lieve incremento del numero di cooperative, tutte le altre province si attestano su dati più o meno recessivi (dal -0,7 di Grosseto, al -2,6% di Arezzo, -2,8 Livorno, -4.9 Siena, al -5,3 di Pistoia, al -7% di Prato) e anche l’area fiorentina dove si concentra più di 1/3 della cooperazione della regione vede una flessione dell’1,6%. Solo alcuni settori hanno viaggiato col segno più: istruzione, sanità (+1,75%) agricoltura (+0,7%) alberghi e ristoranti e trasporto merci (+4,6%).


Accanto all’ormai noto crollo del settore delle costruzioni e dell’abitazione, anche il settore dei servizi alle imprese, delle pulizie e del movimento merci vedono processi recessivi. Nonostante questo, “il contributo della cooperazione per l’economia toscana resta importante con un Pil regionale pari al 6%, quasi l’11% se si considera il contributo al Pil dei redditi distribuiti dalle cooperative ai soci e ai dipendenti”. Una realtà con “90.000 occupati, di cui il 58% donne, un capitale sociale pari a 600 milioni di euro, un patrimonio aggregato delle cooperative non bancarie di 5 milioni di euro e un valore della produzione cresciuto da 11,2 a 12,2 milioni.

E’ per questo motivo, sottolinea Claudia Fiaschi, presidente di Confcooperative Toscana riconfermata oggi dall’assemblea, che “la Regione Toscana deve scegliere di utilizzare gli strumenti previsti dalla stessa legislazione regionale per la promozione il monitoraggio della cooperazione come previsto dall’Art.45 della Costituzione. Inoltre, le politiche di regolazione del mercato e degli appalti hanno facilitato l’ingresso di operatori economici ‘tradizionali’ anche per la gestioni dei cosiddetti ‘beni comuni’ (acqua, welfare, trasporti) con effetti di spiazzamento delle imprese toscane a “capitale toscano”.

di Diego Giorgi, giornalista

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